«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

lunedì 28 novembre 2011

Una giornata serenamente decrescente

Stamattina mi sono svegliato grazie alla luce del sole che penetra nella stanza. Mi sono vestito nella penombra, riacquistando lentamente la sensibilità degli occhi. Ho indossato i miei vestiti, la maggior parte dei quali proviene da un negozio di usato e alcuni dei quali li ho ricevuti a una serata di scambio e dono. Allacciandomi le scarpe ripenso da quanti anni le uso, che nonostante tutto il tempo trascorso sono ancora in buono stato e le indosso sempre con molto piacere.
Mentre mi dirigo verso il bagno, controllo il termostato, che è regolato in modo che la casa non superi mai i 18-19 gradi. Mi lavo il viso e le mani facendo attenzione a non tenere il rubinetto acceso mentre non uso l’acqua. Mi lavo i denti utilizzando il buon dentifricio da me autoprodotto. Ripenso a come riesco a tenere pulito e disincrostato il bagno semplicemente utilizzando aceto di vino bianco, invece di impiegare vari detergenti chimici corrosivi. Recupero l’acqua come meglio posso in una bacinella e poi la uso al posto dello sciacquone, per annaffiare le piante o per lavarmi la biancheria.
Passo in cucina e mi preparo la colazione: scaldo dell’acqua per il the, affetto del dolce fatto in casa, prendo dello yogurt autoprodotto e una mela che mi ha donato il mio vicino. Bevo acqua fresca direttamente dal rubinetto. Non produco nessun rifiuto con la mia colazione e sono sicuro che ogni alimento non contiene conservanti né coloranti o altri additivi chimici non salutari ed è prodotto localmente.
Esco di casa ed osservo il cielo mattutino. È azzurro e non c’è una nuvola. Opto allora per la bicicletta, lasciando il bus per le giornate piovose e più fredde. Faccio pochi metri ed incontro il mio vicino. Ci salutiamo, ci diamo il buongiorno ridendo, ci raccontiamo le ultime novità, lui mi invita il giorno dopo a casa sua per fare insieme il pane e fare due chiacchiere. Da qualche anno, con i miei vicini mi vedo spesso, ci scambiamo favori in continuazione, facciamo molte attività per la casa insieme, ci diamo consigli, impariamo l’un l’altro, ci confrontiamo, ci aiutiamo e scambiamo le nostre opinioni e idee in modo aperto e sereno.
Percorro la città in bicicletta sotto il sole tiepido, l’aria frizzante della mattina mi solletica. Il mio fisico lavora e io mi muovo agilmente per le strade, senza inquinare, senza ingombrare, senza arrecare rischio per me e per gli altri, senza far rumore, gustandomi il tragitto e il paesaggio, salutando le persone che incontro, soffermandomi con lo sguardo su un dettaglio, su un volto su di un sorriso innocente. Sento che sono in armonia con me stesso, con gli altri e con l’ambiente.
Arrivo a lavoro, saluto i miei colleghi augurandogli una buona giornata lavorativa. I rapporti di lavoro sono professionali, c’è rispetto tra di noi, senza alcuna compiacenza subdola, invidia o rabbia repressa. Sono abituato ad affrontare ogni incomprensione tramite il dialogo e il confronto. Cerco sempre di pormi domande, di mettermi in discussione, di migliorare, nonostante mantenga una determinazione e una risolutezza di atteggiamento.
Nelle pause ci beviamo il caffè nel corridoio usando rigorosamente tazze di porcellana di cui ci siamo dotati da tempo. In ufficio facciamo attenzione a quanta carta utilizziamo, cerchiamo di ridurre al minimo indispensabile gli sprechi, così come con la luce, cerchiamo di sfruttare la luce solare finché è possibile e stiamo attenti a non lasciare accese luci che non servono a nessuno. Non usiamo climatizzatori, preferiamo la libera circolazione d’aria, e di inverno preferiamo indossare un maglione in più piuttosto che tenere costantemente in funzione i termosifoni.
Dopo lavoro mi organizzo sempre del tempo libero per leggere, dedicarmi ai miei svaghi, per fare sport all’aria aperta, per incontrare gli amici, per cucinare, per ascoltare della musica, per scrivere, dipingere, suonare il mio strumento oppure semplicemente oziare.
Quando vado a fare la spesa preferisco sempre i piccoli negozi o i mercati locali, dove ho buone conoscenze e dove incontro sempre qualcuno che conosco. Compro solo ciò di cui ho bisogno al momento. Molte cose le preparo a casa, altre le scambio con i vicini, altre ancora le compro direttamente dal produttore. Per fare la spesa uso una grossa sacca di stoffa che porto comodamente nella bicicletta.
La cena solitamente è a base di legumi, di formaggi o uova, mangio sempre molta verdura fresca e cereali, molta frutta di stagione, la carne solo due o tre volte alla settimana. Non compro quasi mai cibi congelati o confezionati, prediligo le porzioni sfuse. Lo stesso vale per il sapone che acquisto alla spina, uno solo sapone che è ottimo per lavare ogni parte del corpo.
Dopo cena di solito leggo oppure converso con i miei amici o familiari, ci raccontiamo storie, spesso esco nella piazza dove incontro tante persone che conosco e dove c’è sempre qualche attività culturale ricreativa.
Prima di andare a letto faccio un po’ di meditazione a lume di una candela da me costruita con rimasugli di cera. Dedico qualche decina di minuti a me stesso, al mio respiro, alla mia concentrazione, alla mia consapevolezza. Ringrazio l’universo per la giornata appena trascorsa e faccio un grosso inchino alla vita tutta, contemplando l’intima relazione che lega tutti i fenomeni.
Mi addormento con un impercettibile sorriso di gioia interiore.

lunedì 21 novembre 2011

UN ANNO DI DECRESCITA FELICE E RIVOLUZIONE UMANA


Il 18 novembre si celebra un anno di attività del blog Decrescita Felice e Rivoluzione Umana. Risale infatti al 18 novembre 2010 il primo post da me scritto. Per ricordare l'anno appena trascorso vorrei fare un pò il punto della situazione e portare in rassegna le varie evoluzioni.

Nel corso dell'anno trascorso:

  • Il blog ha avuto un totale di oltre 6000 pagine visualizzate;
  • 145 post pubblicati;
  • La pagina facebook del blog è seguita da oltre 400 persone ed è aggiornata con articoli e link di iniziative relative alla decrescita e dintorni;
  • Il libro DFRU è uscito nella prima versione nell'ottobre 2010;
  • Dal primo gennaio fino a luglio, il libro DFRU è stato pubblicato interamente tramite post del blog (un paragrafo per settimana);
  • Il libro DFRU ha avuto oltre 400 download tramite il sito decrescita.com
  • A giugno è nato il logo del blog e la nuova copertina realizzati da Daniele Romanazzi, grazie alla sua collaborazione a titolo gratuito. Guarda logo e copertina;
  • Il libro DFRU è stato pubblicato on-line sul sito ilmiolibro.it in due versioni: versione base tascabile, versione grande con copertina rigida, appendici extra e nuova copertina;
  • Il libro DFRU è scaricabile liberamente in versione pdf (clicca qui);
  • E' stato pubblicato un articolo sulla rivista Buddismo e Società n. 178 (settembre-ottobre 2011) leggi articolo;
  • Sono stato invitato a partecipare a una trasmissione televisiva della tv di San Marino per un dibattito riguardante la decrescita (guarda video trasmissione, intervista a partire dal minuto 20');
  • Il blog sta contribuendo alla formazione di un gruppo della decrescita locale a Firenze ( se sei interessato a partecipare scrivici: creazione.valore@gmail.com ).

GRAZIE A TUTTI !!!


Nel prossimo futuro vorremmo:
  • creare e rafforzare un gruppo locale di persone che promuova le idee e la cultura della decrescita;
  • fornire materiale tradotto in lingua inglese;
  • la pubblicazione di un nuovo libro con ulteriori approfondimenti;
  • stringere collaborazioni con altre realtà per promuovere i 5 pilastri della decrescita: autoproduzione, localizzazione, sobrietà, energie rinnovabili e non-violenza;
  • elaborare proposte e progetti da portare alle amministrazioni e da sottoporre all'attenzione di sempre più persone.
Attualmente sono alla ricerca di un collaboratore a titolo gratuito per traduzioni dall'italiano all'inglese. Scrivere se interessati a creazione.valore@gmail.com

GRAZIE ANCORA A TUTTI !!!

venerdì 18 novembre 2011

I CINQUE PILASTRI DELLA DECRESCITA (ITA-ENG)


1. Autoproduzione

Comprende: il recupero del saper fare, produzione di beni di prima necessità, sfruttamento delle risorse e delle conoscenze territoriali integrate da tecnologie e saperi moderni, integrazione generazionale, minor ore di lavoro, il consumo corto e naturale, lüalimentazione sana, il minor consumo di carne, l'autoproduzione energetica.

2. Localizzazione

Comprende: la localizzazione delle produzioni di beni di largo consumo, lo sfruttamento delle risorse territoriali, agricoltura biologica, energie rinnovabili, mobilità contenuta, mobilità sostenibile, localizzazione del lavoro, moneta locale, rapporti di vicinato e di scambio/dono.


3. Sobrietà

Comprende: le 5 R, ridurre, riusare, riciclare, riparare, rallentare. In particolare la sobrietà come stile di vita e filosofia di vita, vivere meglio con meno, il risparmio energetico, ridurre ore di lavoro, ridurre lo stress, ridurre i consumi specie se superflui e dannosi, ridimensionare l'usa e getta, favorire l'acquisto dell'usato, ridurre gli imballaggi, ridurre al minimo i rifiuti, ridurre la pubblicità specie se dannosa.


4. Fonti rinnovabili e tecnologie a basso impatto ambientale

Comprende: energie rinnovabili e loro uso accorto, autoproduzione energetica, ridurre inquinamento e aumentare efficienza energetica, ricerca scientifica mirata alla riduzione dell'impatto ambientale in tutti gli ambiti, mobilità sostenibile, nuove tecnologie a ridotto impatto ambientale, recupero e sviluppo delle tecniche della tradizione contadina.


5. Relazioni Umane e Non Violenza

Comprende: favorire lo sviluppo delle relazioni umane dirette basate sul dialogo, la condivisione e lo scambio, puntare a una società basata sulla collaborazione anzichè sulla competizione, ridimensionare il ruolo di alcuni oggetti disgregatori sociali (tv, internet, cellulare, auto), creare relazioni di vicinato basate sulla fiducia, il rispetto e l’amicizia, creare occasioni e luoghi di ritrovo e facilitare la socializzazione, rispettare le differenze di ogni genere, risolvere i conflitti tramite il dialogo e il confronto pacifico, prendere come riferimento i principi della non-violenza in ogni situazione.


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Five Pillars of Happy Degrowth and Human Revolution


1. Self-Production

Includes: the recovery of know-how, production of essential goods, exploitation of local resources and knowledge complemented by modern technologies, integrating generation, reducing working hours, natural consumption based on local products, healthy diet, lowering consumption of flesh, energy self-production.

2. Localization

Includes: the localization of production of consumer goods, the exploitation of local resources, organic agriculture, renewable energy, slow and short mobility, sustainable mobility, localization of work, local currency, neighborly relations and encouragement of exchanges and gifts.

3. Sobriety

Included: the 5 Rs, reduce, reuse, recycle, repair, reducing speed. In particular, the sobriety as a lifestyle and philosophy of life, live better with less, saving energy, reducing hours of work, reducing stress, reducing consumption especially if unnecessary and harmful, avoiding the disposable products, fostering the second hand purchase, reducing packaging, minimizing waste, reducing advertising especially if harmful.

4. Renewable energies and environmentally “clean” technologies

Includes: renewable energy sources and their judicious development and usage, self-production of energy, reducing pollution and increasing energy efficiency, scientific research aimed at reducing environmental impact in all areas, sustainable mobility, new technologies with reduced environmental impact, recovery and development of traditional techniques.

5. Human Relations and Non-Violence

It includes: promoting the development of direct human relations based on dialogue, sharing and exchange, point to a society based on cooperation rather than competition, reducing the role of some social-disruptive objects (TV, Internet, phone, car), building neighborly relations based on trust, respect and friendship, creating opportunities and meeting places and facilitating socialization, respecting differences of all kinds to resolve conflicts through peaceful dialogue and discussion, taking as reference the principles of non- violence in any situation.

venerdì 11 novembre 2011

Demonizzare gli oggetti ??

L'istinto è quello di demonizzare gli oggetti della nostra vita quotidiana che, sebbene abbiano rappresentato delle utili invenzioni, si sono dimostrati presto non proprio dei buoni amici. Mi riferisco ad oggetti come l'auto, la televisione, il cellulare, il denaro ...
La voglia di demonizzare questi oggetti non è dovuta al fatto di attribuire loro potenzialità malvagie, nessun oggetto ha di per sè qualità del tutto negative o positive, lo sappiamo bene. Dipende tutto dall'uso che se ne fa, e ancora di più dal valore intrinseco che si dà a tale oggetto e quindi dalla relazione che si crea con esso.
Ultimamente però, mi pare che certi oggetti stiano sempre più acquisendo le caratteristiche di idoli, come se avessero intrensicamente un valore ben oltre la loro stessa funzione. Avere una macchina oggi, ad esempio, non serve esclusivamente per spostarsi, direi in minima parte contribuisce al suo scopo originale, bensì un'auto oggi rappresenta la vita stessa di un individuo, la sua personalità, la sua posizione sociale, la sua sicurezza e non solo finanziaria, persino la felicità. A conferma di questo basta osservare con occhio cristallino le pubblicità che ci assalgono in tv e per le strade, i termini che vengono utilizzati per convincerci ad acquistare.
La vita è impensabile senza automobile, senza cellulare o senza televisione, senza una gran quantità di denaro. Questi oggetti non hanno valore per la loro effettiva utilità, ma assumono ruoli predominanti che possono arrivare persino a controllare le nostre vite ed a influenzarle, sia nel bene che nel male. Non sono parte di noi, ma si sostituiscono a noi con una frequenza sempre maggiore e perciò pericolosa. Tutto ciò va a danno delle nostre qualità intrinseche di esseri umani. Questi oggetti stanno letteralmente invadendo la nostra umanità, dapprima con una piacevole malia, poi sempre più con l'inganno.
Demonizzare certi oggetti, oggi significa condannare il loro uso a scopi di creare disvalore, anzichè valore. Non significa affatto condannare la loro utilità e praticità, perchè sarebbe inoltre troppo comodo e illusorio dare certe responsabilità a degli oggetti inanimati.
Ciò cui dobbiamo puntare resta sempre e comunque lo spirito umano, attraverso la cui riforma e apertura totale potremo davvero vivere in una società pacifica e felice.


Curiosità:



Intervista a Luca Mercalli su Messaggero di Sant'Antonio

Estratto:

"C’è un capitolo del libro che si intitola «Razionalità e spiritualità, ci vogliono entrambe». Che cosa intende affermare?

L’uomo cerca di fare scelte razionali: certe cose, infatti, si compiono per mera convenienza economica; ma il genere umano è formato anche di spiritualità: a volte qualcosa lo si fa a priori, perché si sente il dovere di farlo. Ecco l’esempio classico: i pannelli solari, oggi, si dice comunemente, costano. Così, prima di acquistarli, si fanno calcoli sino all’ultima virgola di euro; ma, se dobbiamo cambiare l’auto o la televisione, non ci comportiamo nella stessa maniera, magari facciamo le rate e ci indebitiamo, anche se il modello precedente funzionava ancora. Se io, nella mia scelta, metto non solo la razionalità dei costi ma anche il piacere e il convincimento di aver compiuto una cosa giusta e di sentirmi parte di una scelta nobile e coerente, non sento il bisogno di avere la televisione con lo schermo più grande; al contrario, il mio pannello solare, che già mi conviene perché i calcoli dimostrano che sul lungo periodo mi fa risparmiare, quando faccio la doccia mi rende più contento. Quell’acqua calda che mi arriva dal sole mi soddisfa, mi offre un piacere spirituale che non ha prezzo."

giovedì 10 novembre 2011

Decrescita Felice e Rivoluzione Umana in TV

a partire dal minuto 19

La Tv di San Marino mi ha invitato per discutere di decrescita in uno spazio della trasmissione "Terrazza Kursaal". Assieme a me erano ospiti Paolo Boraschi dell'editore tecniche nuove a presentare il libro "La sfida delle 100 cose" di Dave Bruno, e Giordano Mancini rappresentante del Movimento per la decrescita felice.

mercoledì 9 novembre 2011

Il cambiamento in due fasi




Il cambiamento che stiamo preparando e per il quale stiamo ponendo le basi culturali, avverrà sostanzialmente in due fasi distinte. La prima fase riguarderà il breve periodo e potrebbe essere efficacemente sintetizzata dalla parola d’ordine che ogni giorno si fa più impellente: rallentare! La seconda fase invece, che richiederà tempi più lunghi, dell’ordine di 5-10 anni, consisterà in un vero e proprio cambio di rotta e che corrisponderà al cambio del sistema economico-sociale e quindi del nostro modello di sviluppo, inteso come insieme di paradigmi per garantire sostentamento e benessere all’intera popolazione mondiale.

Pensando alla nostra società in progresso come ad un treno che viaggia sempre più veloce su di un unico binario diretto contro un muro invalicabile, possiamo immaginare che le due fasi del cambiamento corrispondano alla frenata e quindi alla riduzione di velocità, e una volta ottenuta un’andatura più stabile all’effettivo cambio di binario, passando ad un circuito che permetta al nostro treno di viaggiare lentamente attorno a se stesso per ancora molto tempo.

lunedì 7 novembre 2011

ELENCO BUONE PRATICHE PER IL RISPARMIO ENERGETICO

SEMPLICI CONSIGLI, GRANDI RISULTATI

Redatto dall’Arch. Daniela Brarda, estratto dal sito Università del saper fare

Senza sacrifici e senza rinunce al comfort, si può modificare lo stile di vita per utilizzare in modo corretto e sostenibile le risorse energetiche ed ambientali

· Abbassare le tapparelle delle finestre appena fa buio per impedire la dispersione del calore interno attraverso i vetri delle finestre.

· Non aprire le finestre quando l'impianto di riscaldamento è in funzione. E' un inutile spreco, l'aria calda dei radiatori tende a uscire verso l'esterno lasciando posto a quella fredda.

· Non aerare i locali troppo a lungo. In inverno aprire le finestre nelle ore più calde e in estate nelle ore più fresche

· La manutenzione e la pulizia regolare della caldaia, effettuata da tecnici specializzati, permette di avere il riscaldamento in piena efficienza e ridurre gli sprechi nel consumo di gas durante la stagione fredda. E' consigliabile effettuarla nel mese di settembre, quando le ditte specializzate non sono nel pieno della loro stagione lavorativa e possono dedicare più tempo alla manutenzione degli impianti ed eventualmente provvedere per tempo e senza disagi per gli utenti alla riparazione e messa a punto della caldaia.

· In caso di prolungata assenza spegnere la caldaia e regolate il timer per farla riaccendere poco prima del vostro ritorno.

· La temperatura di benessere in casa è di circa 20 gradi di giorno e 16 di notte. Ogni grado in più equivale a una maggiorazione della spesa del 6-10% (o superiore, molto dipende dal vostro comportamento come utente).

· Applicare un film trasparente termoisolante. E' una scelta più economica del doppio infisso, consente di ridurre la dispersione di calore dalle finestre applicando un rivestimento adesivo trasparente sul vetro. Si tratta tuttavia di una soluzione temporanea, meno efficace del doppio infisso nel trattenere il calore.

· tenere la temperatura della caldaia più bassa possibile; più i termosifoni sono estesi, minore è la temperatura necessaria al calorifero per scaldare l'abitazione;

· scaldare le diverse camere in modo diverso a seconda dell'uso;

· scaldare solo nelle ore in cui è necessario;

Per chi vive in condominio

Gli impianti centralizzati sono molto più efficienti delle caldaie autonome, che sono peraltro più pericolose.

Nei condomini l'autonomia si può realizzare con la contabilizzazione separata del calore, che responsabilizza gli utenti all'uso razionale dell'energia e permette a ciascuno di programmare la temperatura desiderata.

Anche la legge riconosce questa priorità: gli edifici nuovi e ristrutturati devono essere progettati e realizzati in modo tale da consentire l'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni singola unità immobiliare.

Inoltre per decidere di cambiare il sistema di contabilizzazione è sufficiente il voto della maggioranza dei presenti all'assemblea condominiale in seconda convocazione e di quelli che possiedono la maggioranza dei millesimi.

Il risparmio sulla bolletta energetica rispetto all'impianto centralizzato è di circa il 20%.

· Pulire regolarmente le lampadine. La polvere che vi si deposita sopra può ridurre del 10% il livello di illuminazione.

· Nelle lampade per l'illuminazione esterna installare sensori di movimento. Permettono di risparmiare energia accendendo la luce solo quando si avvicina qualcuno.

· nei viali del giardino applicare lampioncini fotovoltaici. Si ricaricano col Sole e non sprecano energia elettrica.

· acquistare elettrodomestici a basso consumo energetico in clase A o A+;

Frigorifero

· sbrinare spesso il freezer: la formazione di ghiaccio alza i consumi

· sostituire le guarnizioni nell’eventualità di crepe o deformazioni

· pulire le serpentine esterne del condensatore: lo sporco riduce l’efficienza

· se è vecchio e si vuole sostituirlo, acquistare un modello ventilato di classe A+ o A++ (ridurrai del 40% il consumo energetico e avrai diritto ad un incentivo del 20% sul prezzo di acquisto, fino ad un massimo di 200 euro)

· calcolare una capienza sufficiente per la famiglia: un frigorifero inutilmente grosso consuma di più, per 4 persone bastano 220-280 litri

Climatizzatore

· impostare la temperatura a 5-6 gradi in meno rispetto a quella esterna

· tenere chiuse le finestre onde evitare sprechi

· ombreggiare le finestre esposte a sud e a ovest

Lavatrice

· non lavare mai a 90 gradi

· evitare il prelavaggio, tranne se necessario

· prediligere il pieno carico

· chiedere all’installatore di collegare la lavatrice alla rete dell’acqua calda

· usare la lavatrice la sera o nel fine settimana, quando il prelievo di corrente è più basso

Lavastoviglie

· usare il pieno carico

· non eseguire il prelavaggio

· evitare le temperature troppo alte

· bloccare il ciclo di asciugatura ad aria calda, che consuma molto, piuttosto asciugare a temperatura ambiente aprendo il portello

· chiedere all’installatore di collegare la lavastoviglie alla rete dell’acqua calda

· utilizzare i cicli brevi se le stoviglie sono poco sporche

· utilizzarla nelle ore in cui l’energia costa di meno

Forno

· non aprire troppe volte la porta per controllare la cottura: utilizza la luce interna

· se è ventilato, azionare la ventola: si potrà tenere più bassa la temperatura e cuocere contemporaneamente più piatti

Scaldabagno

Quello elettrico è davvero oneroso. Meglio un modello a gas che fa risparmiare il 40% sulle bollette e riduce le emissioni di gas serra. Usalo così:

· controllarlo periodicamente per evitare depositi di calcare che lo rendono meno efficiente

· regolare il termostato a 40-50 gradi

· spegnerlo di notte e quando non serve

· fare la doccia (consumando 25/30 litri) invece del bagno (anche più di 100 litri!);

· lavare frutta e verdura in bacinella e non in acqua corrente e riutilizzare l'acqua per innaffiare le piante;

· chiudere il rubinetto quando ci laviamo i denti, ci radiamo

· fare riparare i rubinetti o il water che gocciolano; da un rubinetto che perde una goccia ogni due secondi fuoriescono quasi 6000 litri di acqua all’anno;

· nei giardini domestici evitare pavimentazioni impermeabilizzanti

· a proposito di annaffiatura: avendone la possibilità non usiamo acqua potabile ma acqua di pozzo o di cisterna raccogliendo l'acqua piovana, e soprattutto innaffiamo il giardino al mattino presto oppure dopo il tramonto: il terreno caldo fa evaporare buona parte dell'acqua prima che venga assorbita, e lo sbalzo termico rovina le piante. Inoltre, innaffiare sempre lentamente, in modo che l’acqua non scorra via e penetri in profondità (almeno per 30 centimetri), favorendo la crescita di radici forti e profonde, più resistenti alla siccità. Infine, non aspettare che il suolo sia completamente secco e indurito per innaffiare, poiché assorbe l’acqua peggio e più lentamente. Usare la pacciamatura , cioè ricoprire di materiali organici (pezzi di corteccia di pino, frammenti di legno e compost, pellets, frammenti di pigne, etc.) o minerali (lapilli vulcanici, conchiglie, ghiaia, etc.) il terreno in modo da formare uno strato di 10-15 centimetri che protegge le radici dalla siccità e dal caldo eccessivo, ed il suolo rimane più fresco e trattiene meglio l’acqua, riducendo fortemente l’evaporazione.

mercoledì 2 novembre 2011

Lo spreco non crea valore



Uscire dalla crescita utilizzando consapevolmente.
Scienza della sobrietà (parte uno)

«I beni non rinnovabili devono essere usati solo se sono strettamente indispensabili e anche allora solo con la massima cura e la più meticolosa attenzione per la loro conservazione. Impiegarli in modo distratto e stravagante è un atto di violenza e, anche se la nonviolenza non è del tutto ottenibile su questa terra, l’uomo ha nondimeno il dovere imprescindibile di tendere all’ideale nonviolento in ogni suo atto» E.F. Schumacher da “Piccolo è bello”

Nel sistema economico odierno lo spreco ha un valore economico, esattamente quanto l’utile. L’economia non distingue tra perdita, utilizzato e spreco: tutto ciò che è consumato è di fatto stato prodotto e perciò comporta una crescita della produzione, creando una crescita economica positiva dovuta a un aumento delle risorse monetarie disponibili. La nostra economia e di conseguenza la nostra società trae ricchezza e sostentamento dalle perdite e dagli sprechi, ciò è un paradosso intrinseco nel nostro sistema attuale. Noi viviamo anche grazie alle nostre mancanze e alle nostre cattive abitudini.
Quando si sfrutta una risorsa, che sia primaria o secondaria, essa deve essere trasformata o comunque impiegata o distribuita in modo tale da poter divenire utile per un certo fine. In tale processo avviene una certa perdita, che va a diminuire la risorsa sfruttabile detta utile, la cui parte effettivamente utile, vale a dire della quale si beneficia in modo sostanziale, si può chiamare utilizzata mentre la restante parte si indica con il termine spreco. Questa semplice distinzione è riportata nel seguente diagramma semplificato.



La perdita che riguarda il processo di trasformazione e che è termodinamicamente inevitabile, si riduce mano a mano che la tecnologia permette dei miglioramenti nell’efficienza dei sistemi, definita come rapporto tra l’utile ricavato e la quantità di risorsa impiegata. Ridurre le perdite è sicuramente una delle priorità del momento, e il fatto che si parli tanto di efficienza energetica ed efficienza di processi è buona cosa, ma soffermarsi solo su tale aspetto è mera cecità o incoscienza.
Lo spreco di cui viviamo è la più grande offesa alla nostra vita, alle persone che ci stanno attorno e al mondo intero come nostro ecosistema. Lo spreco non può essere che scoraggiato e perseguitato, come fosse un demonio dal quale rifuggire.
Oltre allo spreco, la parte utilizzata potrebbe ancora essere ridotta a due sottoinsiemi complementari: parte utilizzata consapevolmente e parte utilizzata incoscientemente. La seconda parte è formata essenzialmente dai nostri modi di vivere oltre i limiti e senza regole di parsimonia che fanno della società dell’abbondanza una società divoratrice di risorse e materialista, nonché superficiale e infelice. La piena consapevolezza della propria impronta ambientale e della propria coscienza in quanto esseri umani che condividono un pianeta in armonia e pace, basandosi su criteri di sobrietà e convivialità non imposti, compone la prima parte, quella sulla quale dovremmo focalizzarci e costruire il nostro futuro come esseri viventi che interagiscono costantemente con la terra e le sue risorse, per farne sempre un uso accorto e saggio.



A differenza dell’efficienza tradizionale (ovvero dell’efficienza di primo principio) che considera soltanto la perdita nel processo di trasformazione, un’analisi ulteriore potrebbe prendere in analisi un nuovo indice di valutazione determinato dal rapporto tra la quantità utilizzata consapevolmente e la risorsa di partenza, tale indice potrebbe assumere il nome di efficienza di sobrietà del sistema. Questo permetterebbe di centrare gli sforzi tecnico-culturali nel minimizzare fortemente oltre che le perdite anche gli sprechi e gli utilizzi incoscienti, raggiungendo un uso realmente razionale e saggio delle risorse.