«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

lunedì 28 novembre 2011

Una giornata serenamente decrescente

Stamattina mi sono svegliato grazie alla luce del sole che penetra nella stanza. Mi sono vestito nella penombra, riacquistando lentamente la sensibilità degli occhi. Ho indossato i miei vestiti, la maggior parte dei quali proviene da un negozio di usato e alcuni dei quali li ho ricevuti a una serata di scambio e dono. Allacciandomi le scarpe ripenso da quanti anni le uso, che nonostante tutto il tempo trascorso sono ancora in buono stato e le indosso sempre con molto piacere.
Mentre mi dirigo verso il bagno, controllo il termostato, che è regolato in modo che la casa non superi mai i 18-19 gradi. Mi lavo il viso e le mani facendo attenzione a non tenere il rubinetto acceso mentre non uso l’acqua. Mi lavo i denti utilizzando il buon dentifricio da me autoprodotto. Ripenso a come riesco a tenere pulito e disincrostato il bagno semplicemente utilizzando aceto di vino bianco, invece di impiegare vari detergenti chimici corrosivi. Recupero l’acqua come meglio posso in una bacinella e poi la uso al posto dello sciacquone, per annaffiare le piante o per lavarmi la biancheria.
Passo in cucina e mi preparo la colazione: scaldo dell’acqua per il the, affetto del dolce fatto in casa, prendo dello yogurt autoprodotto e una mela che mi ha donato il mio vicino. Bevo acqua fresca direttamente dal rubinetto. Non produco nessun rifiuto con la mia colazione e sono sicuro che ogni alimento non contiene conservanti né coloranti o altri additivi chimici non salutari ed è prodotto localmente.
Esco di casa ed osservo il cielo mattutino. È azzurro e non c’è una nuvola. Opto allora per la bicicletta, lasciando il bus per le giornate piovose e più fredde. Faccio pochi metri ed incontro il mio vicino. Ci salutiamo, ci diamo il buongiorno ridendo, ci raccontiamo le ultime novità, lui mi invita il giorno dopo a casa sua per fare insieme il pane e fare due chiacchiere. Da qualche anno, con i miei vicini mi vedo spesso, ci scambiamo favori in continuazione, facciamo molte attività per la casa insieme, ci diamo consigli, impariamo l’un l’altro, ci confrontiamo, ci aiutiamo e scambiamo le nostre opinioni e idee in modo aperto e sereno.
Percorro la città in bicicletta sotto il sole tiepido, l’aria frizzante della mattina mi solletica. Il mio fisico lavora e io mi muovo agilmente per le strade, senza inquinare, senza ingombrare, senza arrecare rischio per me e per gli altri, senza far rumore, gustandomi il tragitto e il paesaggio, salutando le persone che incontro, soffermandomi con lo sguardo su un dettaglio, su un volto su di un sorriso innocente. Sento che sono in armonia con me stesso, con gli altri e con l’ambiente.
Arrivo a lavoro, saluto i miei colleghi augurandogli una buona giornata lavorativa. I rapporti di lavoro sono professionali, c’è rispetto tra di noi, senza alcuna compiacenza subdola, invidia o rabbia repressa. Sono abituato ad affrontare ogni incomprensione tramite il dialogo e il confronto. Cerco sempre di pormi domande, di mettermi in discussione, di migliorare, nonostante mantenga una determinazione e una risolutezza di atteggiamento.
Nelle pause ci beviamo il caffè nel corridoio usando rigorosamente tazze di porcellana di cui ci siamo dotati da tempo. In ufficio facciamo attenzione a quanta carta utilizziamo, cerchiamo di ridurre al minimo indispensabile gli sprechi, così come con la luce, cerchiamo di sfruttare la luce solare finché è possibile e stiamo attenti a non lasciare accese luci che non servono a nessuno. Non usiamo climatizzatori, preferiamo la libera circolazione d’aria, e di inverno preferiamo indossare un maglione in più piuttosto che tenere costantemente in funzione i termosifoni.
Dopo lavoro mi organizzo sempre del tempo libero per leggere, dedicarmi ai miei svaghi, per fare sport all’aria aperta, per incontrare gli amici, per cucinare, per ascoltare della musica, per scrivere, dipingere, suonare il mio strumento oppure semplicemente oziare.
Quando vado a fare la spesa preferisco sempre i piccoli negozi o i mercati locali, dove ho buone conoscenze e dove incontro sempre qualcuno che conosco. Compro solo ciò di cui ho bisogno al momento. Molte cose le preparo a casa, altre le scambio con i vicini, altre ancora le compro direttamente dal produttore. Per fare la spesa uso una grossa sacca di stoffa che porto comodamente nella bicicletta.
La cena solitamente è a base di legumi, di formaggi o uova, mangio sempre molta verdura fresca e cereali, molta frutta di stagione, la carne solo due o tre volte alla settimana. Non compro quasi mai cibi congelati o confezionati, prediligo le porzioni sfuse. Lo stesso vale per il sapone che acquisto alla spina, uno solo sapone che è ottimo per lavare ogni parte del corpo.
Dopo cena di solito leggo oppure converso con i miei amici o familiari, ci raccontiamo storie, spesso esco nella piazza dove incontro tante persone che conosco e dove c’è sempre qualche attività culturale ricreativa.
Prima di andare a letto faccio un po’ di meditazione a lume di una candela da me costruita con rimasugli di cera. Dedico qualche decina di minuti a me stesso, al mio respiro, alla mia concentrazione, alla mia consapevolezza. Ringrazio l’universo per la giornata appena trascorsa e faccio un grosso inchino alla vita tutta, contemplando l’intima relazione che lega tutti i fenomeni.
Mi addormento con un impercettibile sorriso di gioia interiore.

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