Non sarò uno scienziato, ma un po’ di scienza l'ho studiata, e proprio perché l'ho studiata ne conosco i limiti. Non si può fare della scienza un idolo, diventerebbe quello che non è, Scienza con la "s" maiuscola, ovvero un dogma inviolabile. Principio cardine della scienza, invece, è la sua stessa imperfezione, incompletezza, è la scienza stessa a mettersi continuamente in discussione, a definire le sue leggi entro confini ben delimitati.
Altra cosa è la vita umana, l'esistenza umana, altrettanto imperfetta e precaria, altre le questioni: come scegliere di vivere la nostra vita, se e come utilizzare le nozioni scientifiche e trasferirle in applicazioni tecniche. Allora qui siamo nel campo dell'etica, e la scienza non c'entra proprio nulla, si tratta soprattutto di coscienza, di leggi dell'anima magari, ma non assolutamente di fatti scientifici.
Dovrebbero essere in primo luogo i principi e i valori etici (autodeterminati) a comandare le nostre scelte di vita, non le leggi di scienza e di Stato (eterodirette). Ma soprattutto dovrebbe essere l'etica stessa, quella di cui oggi si evita persino di parlare, alla base del nostro Stato di diritto.
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