«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

martedì 5 aprile 2011

Le domeniche ecologiche: mera ipocrisia



Le cosiddette domeniche ecologiche, le domeniche a piedi senza macchina, tra l'altro molto sporadiche, non sono altri che squallidi tentativi di "lavarsi la coscienza", "togliersi il senso di colpa", per gli enormi danni che il traffico veicolare sta infliggendo alle città, e soprattutto alla qualità della vita e alla salute dei cittadini. 
Azioni puramente simboliche che non hanno un vero retroterra basato su un effettivo cambiamento culturale, un'effettiva presa di coscienza del problema consistente e non più tollerabile. 
Un giornata ogni due mesi, una al mese, o persino una alla settimana senza automobili non hanno alcun senso logico. 
Davanti a iniziative del genere molti penseranno così: "oggi c'è la giornata ecologica quindi non prenderò la macchina, ma farò solo un giro in bicicletta nei paraggi, quella cosa che dovevo fare oggi, per la quale mi occorre la macchina, la farò domani o la prossima settimana...." quindi il problema non è evitato è solo rimandato di un giorno... 
Le giornate ecologiche sono squallidi tentativi di sensibilizzare e di approcciare a un problema complesso come quello dell'inquinamento veicolare. Assomiglia molto allo squallido tentativo di aiutare i paesi del Sud del mondo, che soffrono a causa dello sfruttamento grazie al quale noi prosperiamo nell'abbondanza, offrendo solidarietà tramite donazioni o adozioni a distanza. 
Sono azioni che non porteranno mai a un miglioramento effettivo, anche se dovessero essere intensificate e protratte nel tempo. 
Azioni volendo più semplici ma decisamente più incisive per "alleviare" il problema dell'inquinamento automobilistico delle nostre città è quello di fare una politica anti-auto e di favorire al massimo i mezzi di trasporto pubblici e la bicicletta. Scoraggiare l'uso dell'auto privata indicandone i vari motivi, tassare maggiormente i carburanti e le macchine di grossa cilindrata, localizzare i posti di lavoro, abbassare le tariffe per i mezzi pubblici, liberalizzare le licenze dei taxi, incoraggiare il car-sharing e il noleggio, ripensare architettonicamente la città a misura d'uomo e di bicicletta, favorire sempre e comunque le brevi tratte, ostacolare le pubblicità di autoveicoli .... infine individuare nell'automobile certamente un importante mezzo ma anche una grande minaccia per l'umanità, e eliminare completamente il valore di simbolo del benessere e dello status sociale di cui l'auto è miserabilmente intrisa. 

Perchè l'auto è una minaccia? Leggi qua

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