«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

lunedì 4 aprile 2011

DFRU: Il mito delle rinnovabili, parte14/30



Parlando di energia decentralizzata e di rinnovabili occorre fare alcune piccole precisazioni a riguardo.
Come abbiamo già detto l’impatto zero è un concetto erroneo e fuorviante. Parliamo piuttosto di impatto limitato al minimo e di tecnologie volte a utilizzare fonti cosiddette rinnovabili, cioè che si rigenerano in tempi minori rispetto al tempo di sfruttamento, in modo da non essere mai degradate.
Il sole è sicuramente la fonte primaria della vita sulla Terra, e sfruttare l’energia dei suoi raggi è la cosa più sensata e naturale che esista. L’energia solare sarà la forza trainante per la rivoluzione industriale ed economica che ci aspetta. Utilizzare il sole per scopi termici, utilizzarlo per generare il freddo (che è richiesto proprio nei mesi estivi per la climatizzazione, proprio quando il sole è al suo massimo irraggiamento), per generare elettricità senza produrre emissioni, senza scavare miniere, senza inquinare di greggio i mari, senza costruire enormi centrali, è la cosa più razionale e sensata che possiamo concepire al momento. Piccoli impianti per piccoli usi.
I pannelli fotovoltaici sono visti come amici e protettori dell’ambiente. Ma non dobbiamo mai dimenticarci che anche loro hanno un impatto sull’ambiente che può diventare anche molto pericoloso, perfino più pericoloso dell’utilizzo del gas naturale (fonte fossile non rinnovabile). Basta ricordare che le più comuni tipologie di celle fotovoltaiche contengono metalli come il Cadmio, estremamente tossico (più tossico del Piombo e del Mercurio), che in fase di fine vita deve essere raccolto e smaltito. Lo stesso vale per le batterie elettriche che contengono metalli pesanti altamente nocivi se dispersi nell’ambiente.
Spesso si parla di energie rinnovabili credendo ingenuamente di poter risolvere tutti i problemi energetici e di crisi delle fonti tradizionali (petrolio, gas naturale, carbone) semplicemente facendo ricorso a fonti come il solare, l’eolico, la biomassa. Ma non abbiamo idea di cosa stiamo parlando, non abbiamo idea delle quantità di energia in gioco, dei limiti intrinseci delle fonti rinnovabili.
Alcune rinnovabili come il solare e l’eolico sono discontinue, cioè dipendono da fattori atmosferici non controllabili e difficilmente prevedibili sul lungo termine, così come i sistemi idroelettrici (anche se questi possono essere intelligentemente utilizzati come serbatoi di energia potenziale). Visto che le capacità di accumulo di elevate quantità di energia non sono realizzabili ad oggi, sono evidenti i limiti di disponibilità di queste fonti.
Senza entrare nei dettagli e rimandando il lettore interessato ai riferimenti bibliografici [1] e [21], aggiungerò che un altro limite meno evidente delle fonti rinnovabili è la loro densità di potenza: ovvero la superficie di suolo necessaria per produrre una unità di potenza. Chiaramente tanto è più vasta l’area occupata tanto più impattante sarà la presenza degli impianti. Da considerare quindi il disboscamento, la costruzione di edifici, strutture, strade, reti elettriche, scavi, non comunque di scarsa rilevanza. L’eolico off-shore necessita di scavi sottomarini che impattano i fondali, le biomasse necessitano di vaste aree adibite a monoculture (che pericolosamente sottraggono terreno alle culture per scopi alimentari o che vanno a convertire terreni boschivi), i campi solari ricoprono superfici enormi non permettendo la crescita di alberi o arbusti, l’eolico spesso è installato in paesaggio montani in luoghi dove è necessario costruire strade e quindi abbattere vegetazione.
La diffusione delle rinnovabili non sarà indiscriminata e feroce, dovrà essere ponderata e saggia. Pensate soltanto che la diga di Banqiao in Cina (impianti idroelettrici) ha fatto 171000 morti (Vajont 1918 morti), mentre Chernobyl ha fatto 65 morti accertati più 4000 morti presunti negli anni successivi (dati Wikipedia). Questo solo per far riflettere sulla pericolosità delle nostre opere nell’ambiente, incluse fonti rinnovabili. Bene sottolineare che nessuno mette in dubbio il potenziale distruttivo e l’estrema nocività delle scorie degli impianti nucleari, verso i quali il sottoscritto non ha assolutamente simpatia.
Ad ogni modo, la prima azione fra tutte sarà quella di ridurre i bisogni energetici, di aumentare le efficienze e quindi diminuire gli sprechi. Questo dovrà essere il principale obbiettivo. Gli impianti energetici che usano fonti rinnovabili dovranno essere di piccola taglia e non dovranno occupare aree verdi, ma dovranno essere nei pressi delle aree abitate o meglio ancora integrate con gli edifici stessi.

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