lunedì 31 gennaio 2011
DFRU: La soluzione esiste già, parte 5/30
domenica 30 gennaio 2011
ZEITGEIST: MOVING FORWARD | OFFICIAL RELEASE | 2011
Film intero con sottotitoli in italiano
sabato 29 gennaio 2011
mercoledì 26 gennaio 2011
lunedì 24 gennaio 2011
DFRU: Un'ingiustizia di fondo, parte 4/30
«Un trattamento umanitario d’urgenza è talora la migliore risposta di fronte a una catastrofe nel Sud, ma tante crisi momto semplicemente non esisterebbero se noi valutassimo tutte le conseguenze dei nostri acquisti quotidiani e decidessimo di moderarli di conseguenza. L’azione umanitaria è una forma di carità, ma non ci deve soddisfare: è piuttosto un’esigenza di uguaglianza, di giustizia, a cui dobbiamo puntare. Prevenire (uguaglianza e giustizia) è sempre meglio che curare» Nicolas Ridoux
domenica 23 gennaio 2011
L'imperativo è salvare noi stessi
«Dobbiamo salvare i condor, non tanto perché abbiamo bisogno dei condor, ma soprattutto perché, per poterli salvare dobbiamo sviluppare quelle qualità umane di cui avremo bisogno per salvare noi stessi» MacMillan
sabato 22 gennaio 2011
Cos'è il benessere ?
"Vi è la necessità che l’uomo riscopra e riconosca il vasto potenziale che ha dentro di sé, che soddisfi i propri bisogni spirituali, e non solo quelli materiali. Questo è un punto focale alla base della forte condizione che dobbiamo creare." Luca Madiai
martedì 18 gennaio 2011
Incontri per la decrescita felice e la rivoluzione umana
lunedì 17 gennaio 2011
DFRU: La Terra è finita, parte 3/30
sabato 15 gennaio 2011
Diminuire il traffico a Firenze
- Aumentare le tariffe dei parcheggi nelle zone centrali;
- Aumentare le tasse di circolazione per i mezzi oltre una certa cilindrata e oltre un certo ingombro (specie i SUV);
- Aumentare i controlli e quindi le multe nel caso di non rispetto delle norme sul transito e sul posteggio delle vetture (specialmente nelle zone centrali);
- Limitare il traffico nel centro storico soltanto ai mezzi pubblici e permessi speciali (non più motorini);
- Agevolare l'utilizzo della bicicletta e il posteggio;
- Istituire dei punti di car sharing comunali in posizioni strategiche e con procedimenti di noleggio facilitati e costi vantaggiosi;
- Aumentare il numero dei bus piccoli elettrici che percorrono brevi tratti tra gli snodi principali;
- Diminuire drasticamente i biglietti dei mezzi pubblici, favorire gli abbonamenti (specialmente di anzioni e studenti). Il prezzo di una corsa urbana non dovrebbe superare i 40 centesimi;
- Liberalizzare la licenza dei taxi o quanto meno mettere dei limiti massimi sulle tariffe urbane;
- Realizzare altre tre linee di tramvia con percorrenza extraurbana (interessi aree industriali: osmannoro, calenzano, campi);
- Potenziare e migliorare i trasporti ferroviari di breve percorrenza, nonchè abbattere i prezzi dei biglietti specialmente per chi non è in possesso in un auto;
- Creare un servizio di navette notturne per l'area urbana e taxi notturni con tariffe agevolate per locali e discoteche;
- Intensificare i mezzi pubblici nelle aree extraurbane, garantire il servizio puntuale ed efficiente in ogni situazione (metereologica o altro).
- A piedi o con bicicletta: per distanze almeno fino a 5 km
- Tram, bus o taxi per area urbana e prossimità (dai 5 ai 25 km);
- Treno o taxi speciali o macchine a noleggio per distanze superiori
Citazioni:
«A Parigi nel 2004 la velocità media degli spostamenti in auto è stata di 16,6 km/h, inferiore a quella di una bicicletta» “La decrescita per tutti”, Nicolas Ridoux
«Le piste ciclabili sono un segno concreto di qualità della vita democratica» Stefano Bartolini
«Le città sono fatte per le persone […] Le auto hanno avuto un radicale impatto relazionale. Questo impatto è permanente se la città viene costruita per le macchine: una città costruita per le macchine rende difficili le relazioni […] Si crea così un ambiente urbano basato sull’esclusione.» Stefano Bartolini
«A significant factor in increasing oil demand has been human population growth and, in recent years, production has often outpaced this growth. The world population increased by 6,2 % in 2000-2005 whereas, in the same period, global oil production increased by 8,2%. The exploding numbers of oil-fueled road vehicles has so far drawn much less attention than population increase. In 1939 the world’s roughly 2,3 billion inhabitants shared a total of around 47 million motor vehicles. Today’s 6,8 billion human being have around 900 million motor vehicles to fuel. In several developing countries, the rate of increase in vehicles is more than 10 times larger than the rate of population growth» Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani: “Energy for a sustainable world”
mercoledì 12 gennaio 2011
Umanità in frantumi
di un sistema che sta divorando se stesso. Il tutto mentre metà
della popolazione mondiale non ha ancora conosciuto il gusto
della dignità umana. Crisi sociale e crisi ambientale strette in
un abbraccio mortale.
Secondo la Banca mondiale sono tre miliardi e hanno le sembianze
del bambino piangente che siede nudo fuori dalla capanna.
Dell’uomo dal volto scavato e bruciato dal sole che, machete
alla mano, cerca di strappare un pezzo di terra alla foresta.
Della donna dal corpo macilento, appena ricoperto di stracci,
che cerca del cibo frugando nella montagna di rifiuti. Sono i
poveri assoluti che secondo il linguaggio arido del denaro vivono
con meno di due dollari al giorno. Secondo il linguaggio
concreto della vita non riescono a soddisfare nemmeno i bisogni
fondamentali. Non mangiano più di una volta al giorno,
si alimentano con una dieta costituita quasi esclusivamente da
farinacei e legumi. Molti di loro bevono acqua di pozzo o di
fiume, non godono di servizi igienici. Vivono in baracche costruite
con materiale di recupero o in capanne costruite con
materiale naturale trovato nei dintorni. Hanno scarsi indu
menti e un bassissimo livello di scolarità. In caso di malattia
non possono curarsi, sono costretti a indebitarsi per fare fronte
a qualsiasi necessità che esce fuori dalla pura e semplice sopravvivenza.
I poveri assoluti popolano i villaggi sperduti delle campagne e
si affollano nelle baraccopoli di città. Campano su lavori precari,
malpagati, sono alla totale mercé di padroni, caporali e mercanti.
Tramite i nostri consumi li incontriamo quotidianamente
quando beviamo una tazza di caffè, quando mangiamo una
banana, quando indossiamo un paio di scarpe sportive. Hanno
il volto del contadino africano che è costretto a vendere il suo
caffè a 20 centesimi di dollaro al chilo mentre noi lo ricompriamo
a otto euro, del bambino ecuadoriano che per un dollaro e
mezzo al giorno lavora dieci ore nel bananeto, della ragazzina
cinese che per 30 centesimi di dollaro l’ora produce le scarpe
firmate che noi ricompriamo a 120 euro. Il primo personaggio
che incontriamo al mattino, prima di avere dato il buongiorno
al nostro compagno o alla nostra compagna, ai nostri figli, è un
contadino del Kenya o un bracciante del Brasile. E può essere
un povero assoluto.
La coscienza di ogni persona civile si ribella ad un mondo
dove il 20% più ricco gode dell’86% della ricchezza prodotta
mentre il 40% più povero deve accontentarsi del 3%. Tocca a
tutti lottare contro una globalizzazione che in nome del libero
mercato dà il potere a multinazionali come Nestlé, Kraft, Sara
Lee di fissare il prezzo di caffè e cacao a livelli da fame. Tocca a
tutti fare pressione su Nike, Adidas e tutte le altre imprese che
delocalizzano affinché paghino salari dignitosi. Ma la lotta per
regole più eque e comportamenti più corretti, non basta più.
Non siamo più nel Novecento quando si poteva pensare di fare
giustizia portando tutti gli abitanti del pianeta al nostro stesso
tenore di vita. Oggi il pianeta non ce la farebbe a garantire a tutte
le famiglie del mondo l’automobile, la lavatrice, il frigorifero,
guardaroba stracolmi, una dieta a base di carne. È stato calcolato
che se volessimo estendere a tutto il mondo il tenore di vita
degli americani ci vorrebbero cinque pianeti: uno come campi,
uno come oceani, uno come miniere, uno come foreste, uno
come discarica di rifiuti. Noi non abbiamo quattro pianeti di
scorta, con questo unico pianeta dobbiamo raggiungere due
obiettivi fondamentali: dobbiamo lasciare ai nostri figli una
Terra vivibile e dobbiamo consentire agli impoveriti di uscire
rapidamente dalla loro povertà. Noi siamo sovrappeso, ci farebbe
bene dimagrire, ma loro non hanno ancora raggiunto il peso
forma, per vivere dignitosamente hanno bisogno di mangiare
di più, vestirsi di più, curarsi di più, studiare di più, viaggiare
di più. E lo potranno fare solo se noi, i grassoni, accettiamo
di sottoporci a cura dimagrante perché c’è competizione per
le risorse scarse, per gli spazi ambientali già compromessi. La
morale della favola è che non si può più parlare di giustizia senza
tenere conto della sostenibilità, l’unico modo per coniugare
equità e sostenibilità è che i ricchi si convertano alla sobrietà,
ad uno stile di vita personale e collettivo, più parsimonioso, più
pulito, più lento, più inserito nei cicli naturali. “Vivere semplicemente,
affinché gli altri possano semplicemente vivere” proponeva
Gandhi già negli anni Quaranta.
lunedì 10 gennaio 2011
Surplus - Terrorized into Being Consumers
Questo documentario dai contenuti forti e dalla spiccata perizia tecnica riflette sulle contraddizioni del mondo moderno che si materializzano attraverso le immagini della tv, nei volti dei capi politici, nei simboli del consumismo, negli scontri durante il G8, nel lavoro di operai indiani, nella Cuba di Fidel Castro.
Il commento parlato è affidato principalmente a John Zerzan, intellettuale anarchico americano, intervistato appositamente per il film. La sua posizione radicale ha portato a considerarlo l’ideologo dei black block; lui, pur non dichiarandosi tale, sostiene che «distruggere banche e vetrine non è violenza, è più violento stare a guardare Mtv ingurgitando cibo svaccati sul divano».
In realtà, il commento più incisivo è ottenuto dalla ricerca tecnica, attraverso cui il documentario si sviluppa con un ritmo che lo avvicina molto al videoclip. Il regista si è affidato in gran parte alle potenzialità del montaggio e del commento musicale, dai quali nasce la vera e propria denuncia. L’accostamento ragionato in termini sarcastici di voci e immagini (molto utilizzata la reiterazione) sono la maniera più efficace per l’evidenziare l’assurdità di un mondo in cui "il 20% della popolazione consuma l'80% delle risorse".
Il regista si pronuncia così sulle motivazioni che lo hanno spinto a girare questo documentario e sui suoi contenuti:
«Non voglio dare messaggi e non prendo posizione, sono un cineasta, mi interessa capire i temi che sono all'attenzione di tutti. Ero a Genova al G8, mi bruciarono la Fiat 500, e ho provato a capire perché qualcuno l'avesse fatto.
Nel film di Davide Ferrario "Le strade di Genova" ho visto che avevano bruciato la mia auto perché era vicina a una Volvo. Da lì ho provato a capire, lavorando per accostamenti, senza avere una tesi preventiva. Per quanto riguarda l'intervento di Zerzan, lui è stato molto disponibile, è possibile contattarlo anche attraverso internet. Dice di sè di essere solo uno ha letto e scritto molto, rifiuta di essere ispiratore di qualcuno».
Nel 2003 Surplus ha vinto il Silver Wolf Award, come miglior documentario al festival IDFA di Amsterdam.
Svezia/Italia - 2003 - 52' - DVD - Atmo