«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

mercoledì 10 aprile 2013

Debiti Pubblici, Crisi Economica e Decrescita Felice




«Per ridurre significativamente il debito pubblico occorre far pagare con una tassazione mirata chi ha lucrato su questo debito, occorre tagliare i costi della politica [… e le spese militari], occorre bloccare le grandi opere. Tutto ciò può dare una boccata d’ossigeno e, comunque, costituisce un’inversione di tendenza. Ma non servirebbe se contestualmente non si eliminassero le cause che hanno portato alla formazione di debiti così rilevanti e cioè la finalizzazione dell’economia alla crescita della produzione di merci. Solo una politica economica e industriale finalizzata alla riduzione dei consumi inutili e degli sprechi, solo la crescita dell’efficienza energetica, solo lo sviluppo delle fonti rinnovabili, solo il recupero dei materiali contenuti negli oggetti dismessi, solo il blocco della cementificazione, sola la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, solo il potenziamento dei trasporti pubblici e forti limitazioni all’uso dei mezzi privati, possono consentire alle economie dei Paesi industrializzati di uscire dalla spirale dei debiti.
Concentrare l’attenzione sulle speculazioni finanziarie con cui si sono ulteriormente arricchiti i ricchi è necessario ma sarebbe fuorviante se non si mettessero in evidenza le connessioni che le legano a questa causa strutturale. La crisi è stata sì gestita dal grande capitale finanziario, ma è stata provocata dal modello economico e produttivo finalizzato alla crescita della produzione di merci. Il pagamento del debito deve ricadere sulle spalle di chi l’ha gestito speculandoci sopra, mediante una tassazione sui grandi capitali e i grandi profitti. Il debito va pagato da loro»

Estratto da “Debiti pubblici, crisi economica e decrescita felice” pag. 106, MDF 

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