Uscire dal senso comune
Estratto da: I nuovi limiti dello sviluppo, Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers
«NON: chi lancia un allarme sul futuro è un profeta di sventure.
MA: chi lancia un allarme sul futuro indica la necessità di cambiare strada
NON: L’ambiente è un lusso, una domanda in competizione con altre, un bene che la gente acquisterà quando se lo potrà permettere
MA: Dall’ambiente discendono ogni forma di vita e ogni attività economica. I sondaggi d’opinione dimostrano che la gente è disposta a pagare di più per avere un ambiente salubre.
NON: il cambiamento è sacrificio
MA: il cambiamento è sfida, ed è necessario.
NON: fermare la crescita impedirà ai poveri di uscire dalla loro condizione.
MA: sono l’avarizia e l’indifferenza dei ricchi a mantenere i poveri nella miseria. I poveri hanno bisogno che tra i ricchi si sviluppino nuovi atteggiamenti; dopo di che si potrà pensare a forme di crescita adatte specificatamente ai loro bisogni.
NON: ogni paese al mondo dovrebbe essere portato al livello materiale dei paesi più ricchi.
MA: non è possibile che tutti raggiungano i livelli di consumo materiale di cui godono oggi i ricchi. Ognuno dovrebbe essere messo nelle condizioni di soddisfare i suoi bisogni materiali primari. Al di là di questo livello, i bisogni materiali – di tutti – dovrebbero essere soddisfatti solo se è possibile farlo entro i limiti di un’impronta ecologica sostenibile.
NON:ogni crescita è buona – non c’è spazio per dubbi, distinzioni, analisi
NEMMENO: ogni crescita è cattiva
MA: ciò che occorre non è la crescita, ma lo sviluppo. Nella misura in cui lo sviluppo implica un’espansione fisica, questa dovrebbe essere equa, accessibile e sostenibile (tenendo conto di tutti i suoi costi).
NON: la tecnologia risolverà ogni problema
NEMMENO: la tecnologia non fa altro che creare problemi
MA: abbiamo bisogno di incoraggiare tecnologie che riducano l’impronta ecologica, accrescano l’efficienza, potenzino le risorse, migliorino i segnali e pongano fine alla povertà materiale.
INOLTRE: dobbiamo affrontare i nostri problemi in quanto esseri umani e dare un apporto che vada oltre la mera tecnologia.
NON: il sistema di mercato ci darà automaticamente il futuro che vogliamo.
MA: dobbiamo essere noi a decidere il futuro che vogliamo. Dopo di che, possiamo utilizzare il sistema di mercato, al pari di molti altri strumenti organizzativi, per realizzarlo.
NON: l’industria è la causa (o la cura) di tutti i mali
NEMMENO: lo Stato è la causa (o la cura)
NEMMENO: gli ambientalisti sono la causa (o la cura)
NEMMENO: qualunque gruppo – vengono in mente gli economisti – è la causa (o la cura)
MA: tutte le persone e tutte le istituzioni svolgono un ruolo all’interno di una più ampia struttura sistemica. In un sistema strutturato per produrre il superamento dei limiti, tutti gli attori, volenti o nolenti, contribuiscono a quell’esito. In un sistema strutturato per l sostenibilità, tutti contribuiscono a essa: industrie, governi, ambientalisti e, più di ogni altro, economisti.
NON: pessimismo senza scampo
NEMMENO: vacuo ottimismo
MA: determinazione a dire la verità sui successi e i fallimenti del presente, così come sulle opportunità e gli ostacoli del futuro.
E SOPRATTUTTO: coraggio di riconoscere e sopportare le sofferenze del presente, tenendo al tempo stesso lo sguardo rivolto verso un futuro migliore»
Beata verita'....
RispondiEliminaLuca, ti ho linkato a questo mio post. Spero ti faccia piacere. In caso contrario, fammelo sapere e rimuovero’ il link.
http://cecrisicecrisi.blogspot.it/2012/06/frasi-celebri-sulla-decrescita-vol1.html
Grazie, Alex Bonetto
grazie, è un piacere
RispondiEliminaluca