«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

lunedì 14 febbraio 2011

DFRU: Consumi e bisogni, parte 7/30

La società di oggi è proprio una jungla. Dopo la caduta del muro di Berlino, il sistema capitalista non ha avuto più nessuna contrapposizione e il mercato e il consumismo senza regole sono diventati il sistema dominante, anzi l’unico sistema economico attuale. Capitalismo e socialismo reggevano forse un equilibrio tra opposti, adesso l’equilibrio si è rotto e lo sfruttamento devastante delle risorse e delle persone della Terra sta dilagando in modo irrefrenabile. Noi non ce ne rendiamo conto, perché viviamo in una società creata ad hoc tramite la pubblicità e i mezzi di distrazione di massa per renderci inermi e insensibili alle questioni più importanti. I valori umani e spirituali sono stati oscurati, creando bisogni fittizi che ci rendono schiavi del sistema fin dalla nascita.
I bisogni sono creati dalla pubblicità, un’industria incredibile che incide sempre più pesantemente sul prezzo finale di una merce. Le aziende producono beni che sono trasformati in merci e che fanno il giro del mondo prima di essere effettivamente utilizzate. Spesso le merci in surplus vengono addirittura sprecate o direttamente trasformate in rifiuti. La regola è produrre sempre di più e consumare sempre di più. Creare più bisogni consiste nel produrre sempre più beni, quindi nel creare più posti di lavoro e creare più consumatori. Tutto questo senza tener conto della limitatezza delle risorse, del rispetto dell’ambiente e delle persone.
È chiaro persino a un bambino che questo sistema economico ha qualcosa di malato e di degenere. Non potrà mai condurre l’umanità a un vero progresso, inteso come miglioramento delle condizioni di vita di tutte le popolazioni della Terra, e persino l’ambiente non ne avrà mai benefici. Gli unici ad avere benefici (solamente benefici materiali e monetari ovviamente) saranno quei pochi individui che riusciranno ad accaparrarsi il controllo delle risorse strategiche.
La nostra economia e la nostra società si basano sul consumismo ovvero sull’accumulo di merci che spesso vengono utilizzate male o solo per brevi periodi e spesso vengono sprecate e sempre più velocemente trasformate in rifiuti. La distorsione del sistema sta nel puntare sulla produzione di beni e nella loro mercificazione per soddisfare i bisogni degli acquirenti (che non dimentichiamoci sono essere umani). L’approccio più razionale dovrebbe essere quello di vendere servizi e non merci. Le persone hanno bisogno di muoversi in modo efficace (veloce) e a bassa impatto per l’ambiente (rumore e inquinamento) non hanno bisogno di un’auto ogni due persone; le persone hanno bisogno di lavare i propri vestiti una volta a settimana (non hanno bisogno di una lavatrice in ogni appartamento) … e potremmo proseguire al’infinito.
Inoltre deve essere fatta la distinzione netta tra i diritti e i desideri, entrambi essenziali ma la distinzione è doverosa. I diritti degli individui riguardano i bisogni primari (di cui forse c’eravamo dimenticati) e cioè quei bisogni da cui non possiamo prescindere per poterci definire una società civile: il cibo, l’acqua, la casa, il riscaldamento, i vestiti, l’istruzione e la sanità. Questi bisogni in quanto diritti devono essere assicurati dallo stato ad ogni singolo cittadino e il sistema economico, che serve lo stato e le persone, deve essere in grado in ogni situazione di rispondere a questi bisogni in modo efficace. I desideri invece fanno parte della sfera dei bisogni indotti dalla propria personalità e curiosità, possedere oggetti per soddisfare tali bisogni è da considerarsi un optional utile ad arricchire la propria esistenza specialmente se si tratta di beni indicati a migliorare la propria conoscenza, la propria salute, il proprio fisico e perché no anche per il semplice diletto.

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