«Le ricerche più recenti di antropologi ed etologi propongono una lettura dell’evoluzione nella direzione di una continua graduale conquista e perfezionamento dei rapporti di cooperazione e solidarietà, ai fini della sopravvivenza della specie. Il più adatto non è dunque il più forte in termini di muscoli e brutalità, ma chi gode di una sicurezza che gli viene dal sostegno empatico dei suoi simili e del suo ambiente, sia attuale che sedimentato nella memoria attraverso l’esperienza. Evolutivamente, infatti, è stato più vantaggioso contare sulla propria e altrui affidabilità che coltivare l’opportunismo»
Giuliana Mieli – Il bambino non è un elettrodomestico
L’attuale modello socio-economico, fondato sulla cultura materialista, deterministica e progressista, ha come unico scopo l’interesse del singolo, o della parte, a discapito degli altri, e in ultima analisi del tutto. Per raggiungere tale obiettivo il mezzo più efficiente, che non a caso è l’unico sostenibile in questo tipo di società, è quello della competizione.
È più che naturale, perciò, che si incoraggi la competizione, e per fare ciò si coltivi l’individualismo, si educhi alla prepotenza e all’arroganza, alla separazione e all’opportunismo. L’intera cultura occidentale, per sopravvivere, alimenta tali principi fondanti.
Ma gli effetti di tale modello sono sugli occhi di tutti: il degrado umano e ambientale sta mettendo a rischio la sopravvivenza della vita sul pianeta Terra. Inutile girarci attorno. Nessuna cultura mai, nella storia dell’umanità, era arrivata a tanto. Questo modello è sbagliato e deve essere abbandonato al più presto.
La nostra ancora di salvezza è un cambiamento culturale epocale che stravolga dalle radici l’attuale sistema: passando dalla società della prevaricazione alla società dell’empatia.
Oramai anche gli studi scientifici più recenti stanno confermando che l’evoluzione della vita non avviene tramite comportamenti competitivi, conflitti e violenze, bensì attraverso la collaborazione e la solidarietà tra gli individui. Un modello nuovo di società, dove l’obiettivo sarà il benessere comune, del tutto, senza che nessuno ne subisca danno, né resti escluso, potrà essere costruito solo a partire da una cultura della cooperazione. L’empatia, e non la prepotenza, sarà perciò vitale affinché il sistema si sviluppi e sia sostenibile nel tempo.
Tale cambio di paradigma culturale, da quello competitivo e aggressivo a quello collaborativo ed empatico, influenzerà ogni ambito della società: dall’economia alla politica, dall’educazione alla medicina, dall’arte e la musica allo sport, dallo stile di vita al tempo libero.
Tale cambiamento culturale epocale è inevitabile e assolutamente necessario. Adesso che è confermato anche dalle ricerche scientifiche, cosa stiamo ancora aspettando?
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