«Da una parte ci sono coloro che si potrebbero chiamare "i fuggi, fuggi in avanti": coloro che nonostante i disastri ecologici, ma soprattutto davanti ai disastri esistenziali che leggiamo e vediamo ogni giorno, non vogliono porsi la fatica del dubbio e si ripetono che: sono problemi individuali, non possiamo stare fermi, dobbiamo andare avanti, non c'è niente di sbagliato nella civiltà e nella tecnologia moderna eccetto il fatto che è incompleta, il progresso e il futuro inventeranno tutti i correttivi necessari.
Accanto a questa cultura dominante, appoggiata dai governi e dalle industrie, esistono, in Occidente, tante persone, ancora una minoranza, ma sempre più in crescita e forte nei propri convincimenti di fondo, che potremmo chiamare "coloro che vogliono tornare a casa", oppure forse anche "no global". Sono persone che cercano nuovi stili di vita più autentici, una vita in seno alla natura, seguendo, per esempio, le strade del biologico, del vegetarianismo, delle medicine naturali. Soprattutto sono persone che vogliono mantenere in vita l'antica consapevolezza che tutte le forme del mondo vivente sono intimamente connesse, persone che ormai istintivamente mettono in dubbio l'idea del progresso»
Estratto da: Gloria Germani, Tiziano Terzani: la rivoluzione dentro di noi
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