«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

mercoledì 22 febbraio 2012

Cos'è la Rivoluzione Umana?

Dipinto di Simone Madiai



«Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» Dante Alighieri


La rivoluzione umana è un processo di riforma individuale che fa riferimento agli insegnamenti e alla pratica di Nichiren Daishonin (approfondisci).

Si tratta di intraprendere un percorso basato su tre punti fondamentali la fede, la pratica e lo studio allo scopo di trasformare il proprio “piccolo io”, ovvero una visione ristretta e limitata della realtà, nel “grande io” aprendo la propria vita all’immenso potenziale da cui trae origine rivelando uno stato vitale che permea tutti i fenomeni e che si manifesta in saggezza, coraggio e compassione. Il “grande io” si riferisce a una percezione della realtà che, consapevole (non mentalmente ma spiritualmente) della mutua compenetrazione di tutti i fenomeni e quindi della non separazione tra i vari aspetti della vita, permette di vedere le cose da un punto di vista completamente nuovo, ampio, luminoso, omnicomprensivo.

Un tale processo di riforma interiore può avvenire soltanto partendo da sé stessi, attraverso la pratica costante della recitazione di Nam-myoho-renghe-kyo e lo studio approfondito della filosofia e degli insegnamenti, rinnovando e rigenerando in continuazione la propria fede nella vita universale, nell’energia pulsante che è sempre esistita dentro di noi, che è la nostra ultima origine.

Tale rivoluzione è detta appunto umana perché non agisce direttamente in nessun ambito esterno (scienza, industria, cultura, politica, società, arte) ma va a rivoluzionare la parte più intima e interiore dell’essere umano; e perciò è la rivoluzione più potente che l’Uomo abbia mai intrapreso.

Tale impresa di cambiamento individuale è la condizione alla base di tutti gli altri cambiamenti migliorativi a livello collettivo in qualsiasi ambito.

«Se la mente degli esseri viventi è impura, anche la loro terra è impura, ma se la loro mente è pura, lo è anche la loro terra; non ci sono terre pure e terre impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente» Nichiren Daishonin, dal “Il Conseguimento della buddità in questa esistenza”

lunedì 20 febbraio 2012

Perchè non provarci?

Immagine di una scena del film: Il Pianeta Verde di Coline Serreau


«A Parigi nel 2004 la velocità media degli spostamenti in auto è stata di 16,6 km/h, inferiore a quella di una bicicletta» Nichola Ridoux

Dopo le 18 tutti i giorni le palestre si riempiono di persone che sudano sulle cyclette, sui tapis roulant, che fanno a gara a pavoneggiarsi dietro a quanti pesi riescono ad alzare. Nelle stesse ore molti altri, forse i più poveracci, vanno a correre al parco, fanno sforzi sovrumani. In realtà non lo fanno per loro, lo fanno per gli altri, perché lo richiede il buon costume comune.

(Lo stesso buon costume che oggi ti obbliga ad avere una bella macchina nuova, possibilmente un SUV, magari due, a possedere un cellulare di ultima generazione, ad andare a sciare nei posti più "cool" in inverno e in estate a farsi almeno un continente diverso ogni anno).

Così dopo 10-12 ore di lavoro, ci facciamo anche una o due ore di palestra che poco non costa sia in termini di tempo che di denaro. Ma dopotutto è un sacrificio che ci siamo auto convinti a fare, che ci risulta normale, sistematico. Tanto quanto farsi almeno un’ora di traffico tutti i giorni per andare e tornare da lavoro in macchina.

A me viene però una domanda spontanea. Ma perché invece di spendere tempo e denaro in palestre ultramoderne non investiamo meglio le nostre risorse (limitate oserei dire) e non ci rechiamo a lavoro tutti i giorni (se il percorso non è oltre i 10 km) a piedi o in bicicletta: otterremo comunque lo stesso beneficio cioè fare dell'attività fisica e inoltre risparmieremo tempo e denaro, senza contare tutti gli altri benefici invisibili che ne ricaveremo se questo metodo fosse utilizzato su larga scala. Vale a dire: la sicurezza intesa come minor incidenti stradali; la salute per via dell'attività fisica all'aria aperta e del minor inquinamento che risulterebbe dall'abbattere l'uso di mezzi a motore in città; la socialità perché non saremo più rinchiusi nelle nostre scatole costosissime ma potremo parlare e scambiare saluti con le altre persone che incontriamo per strada senza il rischio di litigare per via di uno stop non rispettato e senza gareggiare a chi ha la macchina più grossa; il minor stress per non essere più sottoposti al traffico caotico e al rumore irritante che ne deriva.

Sarebbe dopotutto una scelta fattibile senza grossi sacrifici, ma con tanti benefici. Significherebbe semplicemente usare un pò più di buon senso. Perché non provarci ?

mercoledì 15 febbraio 2012

Immigrazione: risolvere il problema dalla radice


Dipinto di Ciro d'Alessio


«Il progresso deve essere definito dall’interno. Le comunità locali devono decidere ciò che reputano sia il loro sviluppo» Vandana Shiva


Sono poche, pochissime, le questioni che non sono legate alla decrescita. Non fa eccezione l’immigrazione.

Siamo coscienti che i fenomeni della globalizzazione e della conseguente deregolamentazione economica e finanziaria, lo sfruttamento delle risorse fossili, umane e ambientali, l’aggravarsi dei disastri ecologici e climatici, la sovrappopolazione siano un concatenato sistema di fattori che causa e regola i flussi migratori Sud-Nord del mondo?

Siamo coscienti della crescente iniquità sociale ed economica e della rapida devastazione di intere regioni agricole, prima utilizzate dai villaggi per coltivare la propria sussistenza poi sacrificate sull’altare del progresso e in nome del controllo commerciale del mondo intero?

Siamo consapevoli delle tensioni sociali che scaturiscono da tutto ciò, dell’aumento della povertà, del rischio di ampia diffusione di violenza e odio nelle grandi metropoli sia nel Sud che nel Nord?

Le politiche nazionali e internazionali in riferimento all’immigrazione prendono in considerazione due soluzioni possibili: accogliere indistintamente tutti gli immigrati e dare loro ciò di cui hanno bisogno, compresa la cittadinanza, il lavoro, l’integrazione, oppure alzare trincee ai confini ed espellere tutti coloro che sono indesiderati dai “nostri” territori. Dovremmo quindi trasferirci tutti quanti al Nord per vivere in pace? O dovremmo costruire delle barriere sempre più alte o robuste per tenerci lontano una massa crescente di persone del Sud che “pretendono” da noi qualcosa che non gli spetta?
Ovunque si dibatte di immigrazione come se la scelta possibile fosse unicamente tra accoglienza totale o rifiuto totale, mentre è evidente ancora una volta che la soluzione della questione, per quanto complessa sia, si trovi nell’intraprendere con saggezza la via di mezzo, affrontando il problema dalla radice.

La radice dell’immigrazione Sud-Nord del mondo è il folle sistema economico globalizzato e senza pietà che noi abbiamo creato, che vive e si sostiene grazie allo sfruttamento senza tregua di risorse preziosissime alla vita come le risorse fossili (energetiche e minerali), le risorse umane e le risorse ambientali in termini di terra, acqua e vegetazione. In un tale sistema perverso di auto annientamento è ovvio che la prima parte a subirne le conseguenze negative è necessariamente quella più debole.

Solo cambiando il sistema economico e culturale alla base del nostro amato “progresso”, solo riformando l’essere umano e la sua visione della vita e della sua esistenza quotidiana, potremo permettere a tutte le persone del mondo di poter vivere serenamente nelle loro terre.
Solo attraverso una politica di sobrietà, non violenza e localizzazione economica e sociale saremo in grado di uscire da un aspirale che ci sta divorando tutti, dal Sud al Nord.

lunedì 13 febbraio 2012

Perchè siamo infelici? perchè siamo felici?


«I nostri desideri e le nostre preoccupazioni sono entrambi in certa misura esagerati,
perchè abbiamo dentro di noi la capacità di costruire artigianalmente lo stesso prodotto che stiamo constantemente inseguendo quando scegliamo un'esperienza»
[dal video]

«Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia, e continua a recitare Nam-myoho-renge-kyo. Come potrebbe non essere questa la gioia senza limiti della Legge?»
[Nichiren Daishonin (Felicità in questo mondo, RSND 1, 607)]

sabato 11 febbraio 2012

A winning energy strategy

Qui la versione in italiano

A winning energy strategy

From renewable energies to sobriety

Luca Madiai

Florence, January 2012

«The way in which the energy crisis can be defeated in wealthy countries is to throw out the illusion that well-being depends on ever increasing energy consumption»

Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani


Today’s energy challenge is a big issue, we can hear people speaking about it in any place and at any time. In particular, every day we listen to some news about renewable energy development, a fast race towards green economy expansion. Although this is desirable, the methods and aims of this frenetic rush are not, in my view, the right ones.

The major focus is only on the annual installed capacity growth of renewable energies and the expected profits mainly of big business interests and for equally big power plants. Speculation is the real aim, large profits, not else. The energy efficiency, the real utility and the production of such projects are of secondary importance.

Anyway, instead of discussing further the reasons of my opinions, I prefer, and the readers will forgive me, to skip directly to the proposal of an alternative to address the current energy and environmental crisis, mutually related with economic and social crisis.

My proposal can be summarized in a simple diagram given in figure 1. It is based on four fundamental points, from energy source to energy usage. They are: renewable energy resources, conversion efficiency, waste reduction and sobriety.


Figure 1

The kind of energy source at the base of our society is a crucial choice for its stability, equity and well-being, three essential condition for a future of peace and happiness in all our world. Harnessing renewable resources is certainly a wise decision: they do not emit pollutants and carbon dioxide*, they are more or less evenly spread everywhere, they use local natural resources and they can be implemented in small plants locally connected for direct use. Any kind of renewable resource** can be developed to maximize its contribution, without forgetting its environmental impact. Too large power plants must be avoided because they are mainly operations of speculation, they have a huge environmental impact and are controlled by few entity. Local smart grids will be created with the goal of exchange energy among neighbors and reach best efficiency through sophisticated electronic control systems. Apart from the fact that costs are still quite high and their relative impact on the environment is not negligible, renewable energies have two main problems: 1) low energy density and 2) discontinuous and not fully predictable production (except for biomass and, in some cases, hydropower). The first issue will be discussed below. In order to compensate the discontinuity, renewable energies can be stored transforming them into other kind of energy: one example is the production of hydrogen that can feed fuel cells, combustion engines or even could be used, in a not too distant future, to power small cold nuclear fusion reactor.

Renewable sources are fundamental, but alone are not sufficient to create a winning energy system in order to overcome the triple crisis: environmental, economical and social crisis. They are only the first steps of our path, we must continue then.

Moving forward, any energy transformation involves energy losses of different types. Efficiency estimates how good is a transformation: losses can be decreased but they can never be zero, as indicated by the second law of thermodynamics. Hence, improving energy efficiency is the second step. Modern and advanced technology lets to reduce losses and to enhance new operation systems much more efficient and environmentally friendly while it can guarantee the same or better results. One example are the low consumption lamps, they light very efficiently and in the same time they significantly lower power consumption. Energy transformations allow natural energy sources to be converted in human usable energy (heat, electricity, fuels…) and the reduction of input available energy respect to output useful energy is described by the energy conversion efficiency.

There are mainly two limitations to the improvement of the energy conversion efficiency. One has empirical reasons, since it is supported by the laws of thermodynamics.

The laws of thermodynamics are of extraordinary importance. “They should be a basic part of our cultural background, like the alphabet, the multiplication tables, the Constitution and the Divine Comedy” as told by Armaroli and Balzani [2], they should be taught from primary school to even humanistic faculties. The first law says that in an isolated system no energy can be created, the energy of an isolated system is always the same. If we consider Universe, energy can be only transformed. That means that the energy of the Universe, even if it is huge, is a limited quantity. The second law states that energy in its continuous transformation inexorably deteriorates. That is the reason why every transformation is always related with thermal dissipation of energy and increasing of disorder (entropy) and it explains why the conversion efficiency can never be the best. Therefore, the energy conserves its quantity but not its quality.

The other limit for improving the conversion efficiency is the Jevons paradox according to which a better efficiency can lead to an increasing use of resource instead of reduction. This is due in part to lower costs and partly to a dreadful culture of no limits to our material needs.

These limits to the energy conversion improvement should not discourage research and development of new technologies and solutions, but should make us conscious that science and technology can not solve every problem that we have created and that a further step is strictly necessary.

These first two points, renewable energies and conversion efficiency, are surely important but the latter two are definitely more. Even if we would use 100% of renewable energies and very high conversion efficiency, we could not claim to have overcome today’s energy and environmental challenge. These latter points are essential but unfortunately nowadays they are almost completely ignored.

Thus, continuing our path after we have got useful energy, we have two choices: one is to use it and one is to waste it. Wasting refers to energy that does an actual work but that is not beneficial to anyone. Best example, to understand it better, is an empty room with the light on. Naturally nobody can benefit from the light, therefore the useful energy for lighting this room is completely wasted. I know it can be obvious and banal, but since in practice this is never taken into consideration, I have good reasons to believe that it is not so obvious and banal at all. In any case, it is an evident consequence that reducing or even eliminating the waste of energy does not reduce or compromise our benefits, there is no any influence on comfort and affluence, simply a wise use of energy, that is all.

In order to reduce the wasted energy we can act both technically and culturally, with a strong support of policy reforms. A large set of new and old, simple and sophisticated, cheap and costly technologies can be applied to save energy eliminating the waste in several sectors: buildings, energy distribution, transportation, private and public lighting, industrial processes, agriculture and so on. On the other hand, acting on people cultural change a lot of work can be done in the direction of waste reduction: stimulating education and awareness of people to the role of energy in our lives, its importance and impact on the society should be one of the first line in all the cultural and education programs together with the teaching of laws of thermodynamics and their related philosophy.

Returning to our diagram (figure 1), we realize that even the useful energy that is effectively used can be used in two principal ways: consciously or unconsciously. It is not only a question of pollution that is closely connected to energy conversions, of international political instability related to the supply of primary energy resources, or of related economical issues. It has been demonstrated in different ways that energy consumption per capita is not a trusted parameter to evaluate the quality of life in affluent country. «Several studies shows that people living in countries with high energy consumption are often less happy than people living in countries with lower energy use»[1]. That means there is a limit, more or less defined, beyond which there are no substantial improvements on quality of life: surplus of energy and wealth leads to increasingly severe uneasiness as well as to widespread unhappiness and “social disintegration”. We should free ourselves from the illusion that “more” is always better, that limits on our terrestrial life do not exist and that our wellbeing and happiness is related only on our material needs. In one word, we should become familiar with an old word today not very fashion: sobriety, that is it. Sobriety as life style, sobriety as philosophy of life and sobriety as new paradigm of human development and happiness seeking. Sobriety is the slogan that includes the individual awareness that the excess is physically and socially harmful, while the right amount has to deal with wisdom, self-control and respect and not with renounces or sacrifices.

When we take the car to make few meters in town, we are not using energy consciously. The same when we consume water in plastic bottles, or when we keep our house extremely hot in winter or cold in summer. In each of these cases, we are not aware of the impact of our daily actions and we are not aware of how valuable energy is.

After all, sobriety is to respect the limits, means thinking about life on a human scale, pursuing the correct dose, not the excess, neither scarcity, but the right balance, the middle way. It means choosing to take the stairs rather than taking the elevator. It means choosing to ride a bike instead of a motorcycle, or a tram instead of a car. It means to avoid the use of many energy slaves which assist our lives but do not always make them better.

In order to have a new indicator to evaluate energy management, from primary source to final use, we can define a new parameter called energy sobriety coefficient ESC. Such parameter is defined as the ratio between the primary energy available in a system and the corresponding energy used consciously as outlined in figure 1.

The energy sobriety coefficient is defined as an efficiency coefficient, since it describes how energy resource is used. It is a ratio between output and input quantity, it accounts the waste of energy during the entire process. The energy conversion efficiency can never be maximized as we saw previously, we will have always a loss of energy. Anyway this approach tries to maximize another important parameter: the effectiveness that measures the capacity of a system to reach a goal or to satisfy a need. It is calculated as a ratio between an output and an objective. Since we try to avoid any waste of energy and we use it only in a conscious way we have maximized the effectiveness, because we satisfy our need completely.

We have already said that one of the biggest disadvantages of renewable energies is their low energy density in terms of occupied area. The only really satisfactory way to compensate for such disadvantage is to adopt an energy sobriety policy together with a change of lifestyle and a profound change of way of thinking about life itself too. In my opinion, these choices could seriously lead our society to achieve the coveted goal of 100% renewable energies for electricity production. Such goal could be reached in such way in relatively short time.

The importance of these issues is unique and is growing with the deepening of the triple crisis in the last years. Besides the energy challenge, another imminent challenge is surely related to the global economy. Should now be evident to everyone that an economy based on consumerism and unlimited growth in a sensitive and limited world has nothing to do with wisdom and consciousness. Such a system is bound to collapse on itself. We should run to replace it with a sustainable alternative. Since energy is the basis of all human and natural activity, a winning energy strategy is strongly needed.


* Except for biomass that emits pollutions and CO2. Anyway this CO2 is not of fossil origin and can be absorbed by vegetation, without compromising the Earth’s atmosphere balance

**It is important to stress that the recovery of energy from the combustion of inorganic wastes should not be considered a source of renewable energy. The follow energy sources can be classified as renewable: sun, wind, geothermal, biomass, hydropower, marine.


[1] Armaroli, Balzani – Energy for a sustainable world – Wiley

[2] Armaroli, Balzani – Energia per l’astronave Terra – Zanichelli

mercoledì 8 febbraio 2012

Che cos'è la sobrietà?

I fondamenti della sobrietà
La scienza della sobrietà (parte due)


«Non potrai mai avere abbastanza di ciò che non serve per essere felice» Eric Hoffer

La sobrietà nasce dalla consapevolezza che la nostra felicità, la nostra realizzazione come individui e il nostro benessere non dipendono esclusivamente dalle condizioni esterne né dalle conquiste materiali, che esistono limiti fisici che dobbiamo riconoscere e che dobbiamo utilizzare per vivere serenamente e in armonia con noi stessi, gli altri e l’ambiente.
La sobrietà poggia quindi su due principali consapevolezze: il senso del limite e il senso della possibilità.
I limiti fisici della nostra vita sono evidenti e inevitabili. Il primo fra tutti è la durata stessa della vita e perciò la morte. Altri limiti palesi si possono individuare osservando tutti gli eccessi della società dell’abbondanza: l’obesità, il traffico, l’inquinamento, l’alcolismo, lo spreco, i divari sociali e oltre. Da ciò, la nostra felicità e il nostro benessere ad esempio non crescono all’infinito con l’aumento del consumo di energia (e quindi con il crescere degli schiavi energetici al nostro servizio). Esistono limiti più o meno delineabili (Armaroli e Balzani suggeriscono 100 GJ/anno procapite* [1]) e certamente non rigidi, superati i quali la nostra felicità e il nostro benessere non crescono più, piuttosto cominciano a diminuire. Lo stesso vale per il reddito: esiste un limite oltrepassato il quale non si hanno più ulteriori benefici, e si arriva a un punto in cui i benefici vengono superati dai disagi.
Il senso del limite è bilanciato, in supporto e non in contrasto, dal senso della possibilità che invece si riferisce alla potenzialità umana (questa volta veramente illimitata) di creare un’alternativa, un’occasione, in altre parole di creare valore nella propria vita. Il potenziale umano riflette il potere racchiuso nella vita universale, quell’energia che permea l’intero universo e si manifesta in ogni fenomeno. Schiudere questo potenziale significa aprire la propria vita, attraverso una riforma interiore, che chiamiamo rivoluzione umana, e rivelare la propria natura originaria pura e illuminata, eterna.
Questo processo, che è attivato individualmente, si concretizza servendosi di tre canali relazionali: il canale spirituale, quindi la relazione con se stessi, il canale delle relazioni propriamente dette, quindi le relazioni umane, e il canale delle relazioni con il proprio ambiente fisico. Per creare valore nella propria vita si devono mettere cause (pensieri, parole e azioni) allo scopo di armonizzare e curare queste tre relazioni fondamentali. Le relazioni diventano bisogni primari da soddisfare per realizzare appieno la propria felicità e il proprio benessere e condurre la società intera verso la stabilità, la libertà e la pace.


*«che rappresentano meno della metà dell’attuale consumo medio nel mondo occidentale»

[1] Energia per l’astronave Terra – Armaroli, Balzani – Zanichelli editore





lunedì 6 febbraio 2012

Una vincente strategia energetica

Here the english version

Una vincente strategia energetica

Dalle energie rinnovabili alla sobrietà
di Luca Madiai

Firenze, Gennaio 2012

«Il modo in cui la crisi energetica può essere sconfitta nei paesi ricchi è quello di fare cadere l'illusione che il benessere dipende da un consumo di energia sempre crescente»

Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani

La sfida energetica oggi è un grande tema, possiamo sentire la gente parlarne in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. In particolare, ogni giorno sentiamo alcune notizie sullo sviluppo delle energie rinnovabili, una corsa veloce verso l'espansione della green economy. Anche se questo è decisamente auspicabile, i metodi e le finalità di questa corsa frenetica non sono, a mio avviso, quelle giuste. L'obiettivo principale è solo sulla crescita annuale della capacità installata di energie rinnovabili e i profitti attesi principalmente di grandi interessi commerciali e per gli impianti di potenza altrettanto grandi. La speculazione è il vero obiettivo, i grandi profitti, non altro. L'efficienza energetica, l'utilità reale e la producibilità di tali progetti sono di secondaria importanza. 

Ad ogni modo, invece di discutere ulteriormente le ragioni delle mie opinioni, preferisco, e i lettori mi perdoneranno, passare direttamente alla proposta di un’alternativa per affrontare l'attuale crisi energetica ed ambientale, mutualmente correlate con la crisi economica e sociale. La mia proposta si può riassumere in un semplice diagramma, riportato in figura 1, che si basa su quattro punti fondamentali, dalle fonti di energia al consumo di energia. Essi sono: le risorse energetiche rinnovabili, l’efficienza di conversione, la riduzione dei rifiuti e la sobrietà.




FIGURA 1


Il tipo di fonte di energia alla base della nostra società è una scelta cruciale per la sua stabilità, equità e benessere, tre condizioni essenziali per un futuro di pace e felicità in tutto il nostro pianeta. La valorizzazione delle risorse rinnovabili è sicuramente una saggia decisione: non emettono inquinanti e anidride carbonica *, sono più o meno uniformemente diffuse ovunque, usano le risorse naturali e possono essere implementate in piccoli impianti collegati a livello locale per uso diretto. Qualsiasi tipo di risorsa rinnovabile** può essere sviluppata per massimizzare il suo contributo, senza dimenticare il relativo impatto ambientale. Centrali elettriche troppo grandi devono essere evitate in quanto sono principalmente operazione di speculazione, hanno un enorme impatto ambientale e sono controllate da pochi enti. Smart grid locali saranno create con l'obiettivo di scambiare energia fra i vicini di casa e raggiungere la massima efficienza attraverso sofisticati sistemi di controllo elettronici. Oltre ai costi ancora piuttosto elevati e il loro relativo impatto sull'ambiente, le energie rinnovabili hanno due problemi principali: 1) una bassa densità di energia e 2) una produzione discontinua e non del tutto prevedibile (tranne che per la biomassa e, in alcuni casi, l'energia idroelettrica). Il primo punto sarà discusso più avanti. Al fine di compensare la discontinuità, le energie rinnovabili possono essere trasformate in altri tipi di energia: un esempio è la produzione di idrogeno che può alimentare celle a combustibile, motori a combustione o addirittura potrebbero essere utilizzati, in un futuro non troppo lontano, per alimentare piccoli reattore a fusione nucleare fredda.

Le fonti rinnovabili sono fondamentali, ma da sole non sono sufficienti a creare un sistema energetico vincente al fine di superare la triplice crisi: ambientale, crisi economica e sociale. Esse sono solo il primo passo del nostro cammino, dobbiamo andare avanti. «Il flusso sterminato di energia solare e l’ingegno umano non basteranno da soli a salvarci dalla crisi energetica, climatica e ambientale. La transizione energetica richiede un cambiamento radicale di mentalità, stili di vita e pratiche consolidate. Quello che serve è n’iniezione consistente di sobrietà, buon senso e lungimiranza»[2].

Proseguendo nel nostro diagramma, ogni trasformazione di energia comporta inevitabilmente perdite di energia di tipo diverso. L'efficienza di conversione energetica stima quanto è buona una trasformazione: le perdite possono essere diminuite ma non potranno mai essere zero, come indicato dalla seconda legge della termodinamica. Quindi, migliorare l'efficienza energetica è il secondo passo. La tecnologia moderna ed avanzata permette di ridurre le perdite e di progettare nuovi sistemi molto più efficienti e rispettosi dell'ambiente, mentre continua a garantire gli stessi risultati se non migliori. Un esempio sono le lampade a basso consumo che illuminano meglio consumando molto meno. Le trasformazioni di energia consentono alle fonti di energia naturale di essere convertite in energia utilizzabile dall’uomo (calore, energia elettrica, combustibili ...) e la riduzione dell’energia disponibile in ingresso a quella utile è descritta dall'efficienza di conversione energetica.

Ci sono principalmente due limitazioni al miglioramento dell'efficienza energetica di conversione. Uno ha ragioni empiriche, poiché è sostenuto dalle leggi della termodinamica.
Le leggi della termodinamica sono di straordinaria importanza. «Dovrebbero essere una parte fondamentale del nostro background culturale, come l'alfabeto, le tabelline, la Costituzione e la Divina Commedia», come affermato da Armaroli e Balzani [2], dovrebbe essere insegnate dalla scuola primaria e persino nelle facoltà umanistiche. La prima legge dice che in un sistema isolato non può essere creata l'energia: l'energia di un sistema isolato è sempre la stessa. Se consideriamo l’Universo, l'energia può essere solo trasformata. Ciò significa che l'energia dell'Universo, anche se enorme, è una quantità limitata. La seconda legge afferma che l'energia nella sua continua trasformazione si deteriora inesorabilmente. Questo è il motivo per cui ogni trasformazione è sempre in relazione con una dissipazione termica di energia, con una crescita di disordine (entropia) e perché l'efficienza di conversione non potrà mai essere la migliore. Pertanto, l'energia nelle sue trasformazioni conserva la sua quantità, ma non la sua qualità.

L'altro limite al miglioramento dell'efficienza di conversione è il paradosso di Jevons, secondo cui una maggiore efficienza può portare ad un uso crescente delle risorse, invece di una loro diminuzione. Ciò è dovuto in parte alla riduzione dei costi e in parte ad una terribile cultura di non-limiti alle nostre esigenze materiali. 

Questi limiti al miglioramento della conversione di energia non deve scoraggiare la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni, ma deve renderci consapevoli che la scienza e la tecnologia non possono risolvere tutti i problemi che abbiamo creato e che un ulteriore passo in avanti sia strettamente necessario.

Questi primi due punti, le energie rinnovabili e l'efficienza di conversione, sono sicuramente importanti, ma gli ultimi due lo sono decisamente di più. Anche se riuscissimo a utilizzare 100% energie rinnovabili per soddisfare i nostri bisogni energetici e l'efficienza di conversione fosse molto alto, non potremmo comunque affermare di aver superato l’attuale sfida energetica e ambientale. Questi ultimi punti sono fondamentali, e purtroppo oggi sono quasi completamente ignorati.

Andando avanti nel nostro cammino dopo aver ottenuto energia utile abbiamo due scelte possibili: una è usare l’energia, l’altra è sprecarla. Spreco si riferisce all’energia che fa un lavoro effettivo, ma che non è utile a nessuno. Per chiarire meglio con un semplice esempio, è una stanza vuota con la luce accesa. Naturalmente nessuno può beneficiare della luce, quindi l'energia utile per l'illuminazione di questa stanza è completamente sprecata. So che può essere ovvio e banale, ma dato che in pratica questo non viene mai preso in considerazione, ho buone ragioni per credere che non è così ovvio e banale affatto. In ogni caso, è una conseguenza evidente che ridurre o addirittura eliminare lo spreco di energia non diminuisce o compromettere i nostri benefici, non c'è alcuna influenza sul comfort né sul benessere, è sufficiente un sapiente uso di energia, questo è tutto. 

Al fine di ridurre lo spreco di energia si può agire sia tecnicamente che culturalmente, con un forte sostegno di riforme politiche. Un grande insieme di tecnologie vecchie e nuove, semplici e sofisticate, economiche e costose possono essere applicate per risparmiare energia eliminando gli sprechi in diversi settori: edilizia, distribuzione di energia, trasporti, illuminazione pubblica e privata, i processi industriali, l'agricoltura e così via. D'altra parte, agendo per il cambiamento culturale della gente molto lavoro può essere fatto nella direzione della riduzione dei rifiuti: l'educazione e la consapevolezza delle persone del ruolo dell'energia nella nostra vita, la sua importanza e l'impatto sulla società dovrebbero essere uno dei primi punti in tutti i programmi culturali ed educativi, oltre all'insegnamento delle leggi della termodinamica e della loro filosofia. 

Tornando al nostro diagramma (figura 1), ci rendiamo conto che anche l'energia utile che viene effettivamente utilizzata può essere utilizzata in due modi principali: consciamente o inconsciamente. Non è solo una questione di inquinamento che è strettamente connesso alle conversioni di energia oppure dell’instabilità politica internazionale legata alla fornitura di risorse energetiche primarie sempre più scarse e alle problematiche economiche che ne conseguono. E' stato mostrato in differenti occasioni che il consumo di energia pro capite non è un parametro affidabile per valutare la qualità della vita in un paese affluente. «Diversi studi dimostrano che le persone che vivono in paesi con elevato consumo di energia sono spesso meno felici rispetto alle persone che vivono in paesi con utilizzo di energia inferiore» [1]. Ciò significa che c'è un limite, più o meno definito, oltre il quale non ci sono miglioramenti sostanziali sulla qualità della vita: surplus di energia e di ricchezza portano a disagi sempre più gravi nonché a infelicità diffusa e disgregazione sociale. Dovremmo liberarci dall'illusione che “più” e “nuovo” è sempre meglio, che i limiti nella nostra vita terrena non esistano e che il nostro benessere e la nostra felicità siano legati solo al soddisfacimento dei nostri bisogni materiali. In una parola, dobbiamo prendere confidenza con una vecchia parola oggi, non molto di moda: la sobrietà. La sobrietà come stile di vita, la sobrietà come filosofia di vita e sobrietà come nuovo paradigma dello sviluppo umano e della ricerca della felicità. La sobrietà è lo slogan che include la consapevolezza individuale che l'eccesso è fisicamente e socialmente dannoso, mentre la giusta quantità ha a che fare con la saggezza, l'autocontrollo e il rispetto, non con la rinuncia o i sacrifici.

Quando prendiamo l'auto per fare pochi metri in città, non stiamo usando l'energia consapevolmente. Lo stesso quando si consuma acqua in bottiglie di plastica, o quando teniamo la nostra casa molto calda in inverno e fredda in estate. In ognuno di questi casi, non siamo consapevoli dell'impatto delle nostre azioni quotidiane e non ci rendiamo conto di come l'energia sia preziosa.

Dopo tutto, la sobrietà è il rispetto dei limiti, significa pensare la vita a misura d'uomo, perseguendo la dose corretta, non l'eccesso, né la scarsità, ma il giusto equilibrio, la via di mezzo. Significa scegliere di prendere le scale piuttosto che prendere l'ascensore. Significa scegliere di andare in bicicletta invece che in moto o prendere un tram invece dell'auto. In ultima analisi, significa evitare l'uso di molti degli schiavi energetici che assistono le nostre vite, e che non sempre rendono migliori.

Al fine di avere un nuovo indicatore per valutare la gestione dell'energia, dalla fonte primaria all'uso finale, si può definire un nuovo parametro denominato coefficiente di sobrietà energetica ESC. Tale parametro è definito come il rapporto tra l'energia primaria disponibile in un sistema e l'energia corrispondente utilizzata consapevolmente come indicato in figura 1:


Il coefficiente di sobrietà energetica è definita come un coefficiente di efficienza, poiché descrive come una risorsa energetica viene utilizzata. Si tratta di un rapporto tra la produzione e la quantità di input, esso rappresenta lo spreco di energia durante l'intero processo. L'efficienza di conversione energetica non potrà mai essere massimizzata come abbiamo visto in precedenza, avremo sempre una perdita di energia. In ogni caso questo approccio cerca di massimizzare un altro importante parametro: l'efficacia, che misura la capacità di un sistema di raggiungere un obiettivo o di soddisfare un bisogno. E' calcolato come rapporto tra il risultato effettivo e l’obiettivo che si voleva raggiungere. Dal momento che cerchiamo di evitare ogni spreco di energia e la usiamo solo in modo consapevole riusciamo a massimizzare l'efficacia, poiché soddisfiamo il nostro bisogno completamente.

Abbiamo già detto che uno dei maggiori svantaggi delle energie rinnovabili è la loro bassa densità energetica in termini di superficie occupata. L'unico modo davvero soddisfacente per compensare tale svantaggio è quello di adottare una politica di sobrietà energetica insieme ad un mutamento di stile di vita e un profondo cambiamento del modo di pensare la vita stessa. A mio parere, queste scelte potrebbero seriamente condurre la nostra società a raggiungere l'obiettivo agognato del 100% di energia rinnovabile per la produzione di energia elettrica. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto in un tempo relativamente breve.

L'importanza di questi temi è unica e sta crescendo con l’intensificazione della triplice crisi negli ultimi anni. Oltre alla sfida energetica, un'altra sfida imminente è sicuramente legati all'economia globale. Ora dovrebbe essere evidente a tutti che una economia basata sul consumismo e la crescita illimitata in un mondo sensibile e limitato non ha nulla a che fare con la saggezza e la coscienza. Tale sistema è destinato a crollare su se stesso. Dobbiamo affrettarci a sostituirlo con un'alternativa sostenibile. Poiché l'energia è la base di tutte le attività umane e naturali, una strategia energetica vincente è strettamente necessaria.



* Tranne che per la biomassa che emette inquinanti e CO2. In ogni caso il CO2 non è di origine fossile e può essere assorbito dalle piante, senza compromettere l'equilibrio dell'atmosfera terrestre

** E 'importante sottolineare che il recupero di energia dalla combustione dei rifiuti inorganici, non deve essere considerato una fonte di energia rinnovabile. Le fonti di energia che seguono possono essere classificati come rinnovabili: sole, vento, geotermia, biomassa, idroelettrica, marina.


[1] Armaroli, Balzani – Energy for a sustainable world – Wiley

[2] Armaroli, Balzani – Energia per l’astronave Terra – Zanichelli

sabato 4 febbraio 2012

Avere fede


La differenza tra credere ed avere fede spiegata da Salvatore Brizzi

"La fede è una certezza interiore"

"La fede è il sentire interiormente che qualsiasi cosa mi succede è la cosa più giusta per me"

giovedì 2 febbraio 2012

Celentano per la decrescita


Il mutuo - Adriano Celentano
Testo della canzone - estratto

Gli Stati invocano la crescita
ma l’unica via contro lo Spread
per una sana e angelica
economia:
è la decrescita
Senza abbassare lo stipendio
di chi non ci arriva
alla fine del mese
rinunciando a qualcosa
per primi, gli industriali
Se non lo faranno
i padroni ricchi falliranno
è inutile poi andar in Cina
in cerca di un nuovo profitto
E’ solo questione di tempo
verrà il giorno che pure la Cina si inceppa
e… dopo la seconda guerra mondiale
ci fu il grande Boom economico
Le macerie riunirono la gente
come in un solo corpo nell’amor patrio
Ma oggi non è poi tanto diverso
Siamo vittime di un crollo economico mondiale

Ma l’unico Boom che ci potrà salvare
è solo il Boom
il Boom della bellezza

mercoledì 1 febbraio 2012

La saggezza nascosta

Dipinto di Antonio Cocchi Panebianco



C’è una saggezza nelle rocce
c’è una saggezza pure nelle piante
ve n’è una negli insetti
che percorrono le loro vie
ve n’è una negli uccelli
che disegnano il cielo
c’è una saggezza nei fiumi
nel loro scorrere sinuoso
c’è una saggezza nei fiori
nei loro colori e nei loro odori
c’è una saggezza nelle nuvole
nelle stelle, nella luna e nel sole
c’è una saggezza anche nel mare
nelle sue onde e nella sua voce
c’è una saggezza nell’aria
nel vento che fruscia nelle chiome
v’è una saggezza in tutto ciò che si manifesta

C’è pure una saggezza nell’Uomo
una saggezza nascosta
che dobbiamo riscoprire