«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

lunedì 11 luglio 2011

DFRU: Soluzione e condizione, parte 28/30

Nei due capitoli precedenti abbiamo preso in considerazione la soluzione alle ingiustizie e ai disastri ecologici odierni e l’abbiamo identificata con il termine decrescita felice, stando ad indicare l’abbandono dell’economia basata sulla crescita e sulla cultura dello sviluppo della produzione e dei consumi come unico modo per incrementare la qualità della vita e il benessere della gente. Abbiamo visto come occorra un cambiamento radicale in termini politici (democrazia attiva), economici (fine del capitalismo), sociali (cambio di abitudini, controtendenze) e tecnici (nuove tecnologie al servizio della gente e dell’ambiente). Nella seconda parte invece abbiamo messo in luce che non solamente le basi scientifiche su cui poggia questo sistema attuale sono sbagliate di fondo, ma che non esistono neanche basi filosofiche o culturali corrette, e abbiamo analizzato un nuovo tipo di rivoluzione che invade ogni sfera di interesse e che abbiamo chiamato rivoluzione umana, la rivoluzione spirituale del singolo individuo.
Il sistema economico, politico, sociale che stiamo adottando, le scelte che stiamo prendendo, la strada che da tempo abbiamo intrapreso non si regge su nessuna base di conoscenza solida e stabile. Per questo motivo il sistema porterà il nostro pianeta e noi stessi ben presto al collasso. Un grande albero costruisce delle robuste radici per poter crescere bene, un edificio alto ha bisogno di profonde e salde fondamenta, allo stesso modo il sistema economico mondiale ha bisogno di basi stabili e sicure che attualmente non esistono proprio. L’attuale sistema è costruito su principi erronei, contrari alla realtà delle cose, contrari alla fisica, alla termodinamica, contrari alla dignità umana, al rispetto per ogni forma vivente e non, contrari alla nostra stessa esistenza. Questo rende il sistema mondiale del tutto instabile, come un castello di carte, che oltre ad essere altamente fragile peggiora la sua instabilità man a mano che il sistema cresce e si sviluppa, proprio come succede aggiungendo carte al castello: si arriva ad un punto in cui tutto crolla su se stesso, anche se apparentemente sembra che non ci sia stato alcun errore particolare.
Soltanto intraprendendo un percorso di cambiamento radicale e rapido che coinvolga sia la parte tecnica di riduzione dei consumi, della produzione, degli sprechi, sia una rivoluzione individuale dell’essere umano e dei suoi valori, potremo migliorare la situazione e progettare un futuro splendente di giustizia, umanesimo e pace.

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