«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

lunedì 4 luglio 2011

DFRU: Dialogo interreligioso: la direzione da prendere è una sola, parte 27/30

In questo capitolo mi sono riferito agli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin, con ciò non voglio sostenere che questa sia l’unica via corretta e percorribile, tanto meno che le altre religioni debbano essere abbandonante.
Credo che il fine di ogni religione dovrebbe essere proprio quello della felicità e del benessere di ogni singolo individuo e di ogni forma vivente e non vivente, di armonizzare la nostra esistenza e di permetterci di vivere una vita colma di senso e di gioia.
Per questo motivo, al termine di questo capitolo vorrei sottolineare l’importanza del dialogo e del rapporto tra le varie religioni del mondo. Un dialogo e un confronto vero, al fine di unire le forze e gli sforzi in una battaglia comune se pur con credenze e fedi differenti. Lo scopo unico è lo stesso, questo è ciò che conta. Lo sforzo per unire deve essere sempre sostenuto e portato avanti con coraggio e determinazione.
La religione è la sfera della società più vicina all’uomo, è il tentativo dell’uomo di rispondere a certe sue domande ed esigenze profonde, è il suo desiderio di abbracciare l’infinito e contemplare l’assoluto. La religione non dovrebbe limitarci, dovrebbe aprirci la mente e gli occhi, dovrebbe farci crescere spiritualmente, farci sognare, farci percepire una fiducia immensa, una gioia non comune.
Le religioni avranno un ruolo chiave per il futuro della Terra, si uniranno per la causa comune, perché riconosceremo la stessa natura intrinseca che ci accomuna tutti. La nostra natura umana, il nostro essere umani, ci porterà un giorno a guardarci l’un l’altro con occhi diversi, completamente nuovi. Non divisi, non separati, non sconosciuti, ma vicini, intimi, entità della stessa natura, della stessa fonte vitale. Manifestazioni diverse dello stesso potenziale. Ci guarderemo negli occhi e ci riconosceremo, riconosceremo il nostro io nel profondo dello sguardo altrui, vedremo il tutto unico e quella gioia così profonda che non sarà possibile trattenere. Capiremo che risvegliandoci alla nostra vera natura di Budda, di esseri illuminati, il nostro modo di vedere le cose muterà, così come il nostro ambiente esteriore cambierà, risultando illuminato di conseguenza.
Non a caso dalla Bibbia si evince un concetto del tutto simile:
«Nessuno, quand’ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio; anzi la mette sul candeliere, affinché coloro che entrano veggano la luce. La lampada del tuo corpo è l’occhio; se l’occhio tuo è sano, anche tutto il tuo corpo è illuminato; ma se è viziato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. Guarda dunque che la luce che è in te non sia tenebre. Se dunque tutto il tuo corpo è illuminato, senz’aver parte alcuna tenebrosa, sarà tutto illuminato come quando la lampada t’illumina col suo splendore» (Vangelo secondo Luca 11;33).

2 commenti:

  1. E' curioso come le stesse istituzioni che hanno creato i maggiori problemi all'umanità adesso abbiano la pretesa di unirsi per risolvere i questi problemi. Ah, cosa non si farebbe pur di non perdere il posto ...

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