«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

lunedì 21 ottobre 2013

Apriamo gli occhi


Siamo circondati di messaggi subdoli, strategici e meschini. Solo che ne abbiamo fatto una tale scorpacciata, soprattutto negli ultimi anni, che adesso ci siamo proprio abituati e siamo diventati incapaci di riconoscere il senso delle cose, il messaggio che sta dietro al messaggio.
Addirittura, adesso, i media ci posso sbattere in faccia la realtà nuda e cruda, perché noi o ne siamo direttamente complici, oppure ne siamo assuefatti.
Questo perché corriamo ogni giorno, sempre più in fretta, e le nostre vite sono stracolme di segnali esterni che dobbiamo selezionare ed elaborare ad una velocità sempre più avanzata. Sebbene la tecnologia si evolva a grandi ritmi e paia non avere limiti, noi esseri umani, purtroppo o per fortuna, i limiti ce li abbiamo.
Questo bombardamento mediatico sta lavando i nostri cervelli dall’interno, togliendogli ogni prospettiva differente da quella che la monocultura ci sta servendo su un ricco piatto d’argento. Ci sta togliendo ogni capacità di immaginare, di strutturare un pensiero autonomo, di creare alternative possibili, di vedere oltre l’apparenza e la superficialità.
Osserviamo decine e decine di reclami pubblicitarie ogni giorno: in tv, in radio, per strada, su internet, sui volantini, sui manifesti. Siamo sempre osservatori passivi e ingurgitiamo spazzatura mediatica, tutto a un unico grande scopo: far aumentare i nostri consumi. Lo scopo più nobile della società moderna, l’unico vero scopo dell’uomo su questo pianeta. Potremmo persino dire, senza esagerare, l’unico mezzo disponibile oggi per permettere alla nostra civiltà di sopravvivere.
Apriamo gli occhi e cominciamo il nostro risveglio. Esiste una possibilità, anzi né esistono infinite. Il sistema economico-sociale basato sul consumo è solo una possibilità, sicuramente tra le peggiori.
Insieme, aprendo gli occhi, possiamo fare molto meglio.



Raccolgo di seguito alcune chicche mediatiche.

La seguente immagine è riportata su una confezione di frutta secca e l’inganno, l’informazione meschina è palese. Si vogliono ingannare le persone facendo credere, solo all’apparenza, che sia un prodotto italiano, mentre in realtà è solo stato confezionato in Italia. Notate la grandezza dei caratteri, e l’uso dei colori.


Quest’altro messaggio è invece riportato su un volantino di un supermercato con bassi prezzi. E la frase si commenta da sola. Non cambiare stili di vita, ovvero continua a consumare allo stesso livello, ma acquista a prezzi più bassi, magari cose più scadenti o prodotte chissà dove e con quali accortezze. Quando il cambiare stile di vita, verso stili di vita più sani, non solo dal punto di vista della salute fisica ma soprattutto mentale, è la cosa di cui avremmo principalmente bisogno oggi per uscire dalla triplice crisi.




Un'altra chicca è questa reclame:




Notate come la bella e prosperosa Ferilli (che rappresenta l’azienda promotrice) prenda in giro e svilisca i poveri artigiani che lavorano a mano, impiegando tempo e preziosi doti. Li sbeffeggia palesemente costringendoli ad abbassare i prezzi, ovvero a lavorare con guadagni inferiori, per essere più competitivi su un mercato dove la gente ha sempre meno soldi. Addirittura, portandogli una torta per confortarli, li canzona dicendo che anche lei ha fatto la torta a mano ma mica gliela fa pesare. Il messaggio mi sembra più che ovvio e scontato, ma credo che pochi riescono a decifrarlo, ancora una volta accalappiati dal mito della convenienza e dell’abbondanza.

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