«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

mercoledì 9 maggio 2012

Peccei per la decrescita



«Ad accelerare i tempi nei quali si determinano conturbanti fenomeni degenerativi del nostro ambiente globale non contribuiscono soltanto il premere della popolazione e la smaniosa volontà generalizzata di avere sempre di più e in qualunque senso sia possibile. Un ruolo preciso è esercitato altresì dall’uso indiscriminato delle tecniche moderne nell’intento di ottenere vantaggi e benefici economici nel più breve tempo possibile. […] Ciò che sembra configurarsi come un miglioramento del nostro standard di vita, in pratica non è altro che un valore effimero e anzi un danno permanente che infliggiamo a noi stessi. Tale comportamento incongruo e sconsiderato è dovuto all’uso soverchio o improprio dei nostri stessi poteri e il problema che pertanto si pone è di natura prettamente culturale. L’esperienza ha dimostrato in termini inoppugnabili che, affidando le sorti del mondo a chi di fatto vi detiene il potere – politici, tecnocrati, burocrati, affaristi, speculatori e così via – contribuiamo in modo esplicito e letale a provocare il nostro danno. Sono costoro infatti a non tenere in debita considerazione gli effetti ritardanti o indiretti esercitati dalle loro azioni sui nostri sensibilissimi sistemi ecologici e sociali. È necessario tenere a freno l’opera degli stessi ingegneri, pur capaci, nell’ambito della loro professione, di preclare realizzazioni. Oggi che la pressione esplicata dall’uomo con la sua presenza è divenuta ubiquitaria, ci troviamo a necessitare di poeti, docenti, pensatori non meno che di uomini d’azione. Ma tra quest’ultimi, forse gli agricoltori, gli agronomi, gli esperti in irrigazione ci servono più urgentemente dei meccanici, dei montatori tecnici e dei trasportatori» 

 Aurelio Peccei, estratto da “Campanello d’allarme per il ventunesimo secolo”, 1984

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