«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

lunedì 21 luglio 2014

Wangari Maathai per la decrescita


«Nelle società più benestanti c’è chi per muoversi va a piedi o prende un mezzo pubblico o usa la bicicletta anziché l’auto. Alcuni utilizzano l’acqua con parsimonia, riducono il consumo di energia elettrica, e quando vanno a fare la spesa si portano una sporta anziché usare i sacchetti di plastica. Quelli che vivono nei Paesi industrializzati possono isolare la propria casa, cambiare le vecchie lampadine con quelle fluorescenti compatte o con le luci led e comprare elettrodomestici a basso consumo energetico. Possono tingere di bianco i tetti dei loro edifici per raffreddare le città riflettendo la luce e il calore nello spazio piuttosto che lasciarla assorbire da tetti incatramati di nero delle case e delle strade.

Possiamo tutti tirare lo sciacquone meno spesso e sprecare meno acqua, o trovare dei modi per raccogliere quella piovana. Possiamo sostenere la produzione organica, mangiare alimenti prodotti a livello locale con un basso impatto climatico e consumare meno carne. Possiamo tutti lavorare per impedire la deforestazione e il degrado delle foreste esistenti, porre fine alla pratica “taglia e brucia” e adottare abitudini che impediscano l’erosione del suolo e la perdita della biodiversità. Tutti possiamo piantare alberi e arbusti, creare un riparo e un habitat per gli animali selvatici. 

Ci sono molte azioni ordinarie e facilmente attuabili che possono apportare un cambiamento significativo nella nostra vita quotidiana. Come il semplice gesto di piantare un albero: potrebbe sembrare che non si ottenga granché a livello individuale ma, invece, questi banali atti sono una parte essenziale del concentrarsi sulle piccole cose. Magari non si vedranno i risultati di queste azioni dallo spazio; magari non li noteranno neanche i nostri vicini. Ma se tutti compissero uno, due, o tutti questi passi, l’impatto potrebbe essere enorme»

Estratto da “La religione della Terra” di Wangari Maathai

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