«Un uomo è ricco in proporzione del numero di cose delle quali può fare a meno»
Henry David Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi

mercoledì 4 maggio 2011

L'effetto gregge



«Trasformare il karma non significa altro che cambiare quelle tendenze vitali interiori che ci tengono intrappolati nella negatività e nell'infelicità, dirigendo stabilmente la nostra vita verso un sentiero positivo. [...] La cosa importante è come noi cambiamo il nostro atteggiamento o determinazione interiore in questo istante. Il motivo di ciò è che noi possiamo creare liberamente il nostro futuro attraverso la determinazione che manifestiamo e le azioni che compiamo esattamente in questo istante» 
Daisaku Ikeda

Nel nostro percorso di rivoluzione culturale, sarà utile poter sfruttare degli espedienti o dei fenomeni “naturali” a nostro vantaggio. Uno di questi è il cosiddetto effetto gregge. 

Tale fenomeno si riferisce all’inerzia con la quale un individuo di un gruppo tende a seguire il comportamento dell’individuo che lo precede, proprio come succede alle pecore di un gregge che inseguono quelle che hanno davanti.

Mi sovvengono alcuni esempi, tutti nell’ambito urbano, ma certo se ne potrebbe individuare molti altri in ambiti diversi. 

Esempio, siamo in prossimità di un incrocio, magari di notte quando il traffico è molto scarso, la macchina davanti a noi passa con il rosso, a noi ci viene quasi istintivo seguirlo, è difficile resistere. 

Altro esempio, siamo per strada, vediamo una macchina che fa un’inversione pericolosa, dietro quella macchina un’altra la segue, anche a noi, che resterebbe molto utile poterlo fare, visto che ci evita qualche chilometro e molto traffico, ci viene spontaneo e quasi ci sentiamo giustificati nel fare come i precedenti guidatori irresponsabili.

In generale, se osserviamo le persone e le loro condotte quando sono in situazioni tra loro analoghe e in stretto contatto visivo, capiamo come ogni azione fatta da un individuo influenza le azioni dei successivi, non di tutto il campione forse, ma comunque di un discreto numero.

Certamente non si tratta di un comportamento nobile, più indicato per il regno degli animali piuttosto che per gli umani. Non c’è niente di nobile nel seguire i movimenti degli altri giusto per pigrizia di iniziativa o suggestione visiva. Un comportamento simile se diffuso su larga scala può addirittura essere degenerativo, persino distruttivo, e i regimi totalitari ne danno un esempio.

Un individuo che si comporta male, non rispettando le norme di civiltà, abusando del suo potere, mancando di rispetto a cose, persone e animali, influenzerà negativamente chi lo segue, sia in modo conscio che inconscio. In modo conscio l’individuo che segue dirà: “bè, se lo ha fatto lui??”, in modo inconscio né sarà influenzato ancor più intensamente fino a copiare lo stesso comportamento incivile per pura inerzia di spirito, per pigrizia d’animo e per una leggera sensazione di star condividendo (e in parte delegando) una colpa con un'altra persona.

Dall’altro capo della medaglia, tutto ciò, con una certa astuzia maliziosa, può essere usato a vantaggio di un cambiamento migliorativo (in termini di felicità e benessere, vedere DFRU parte 19) della società, cambiamento per il quale stiamo già ponendo le basi (tecniche e culturali).

Infatti, se da una parte comportamenti negativi avranno effetti gregge peggiorativi, dall’altra comportamenti positivi avranno effetti gregge migliorativi.

Un esempio banale l’ho sperimentato di prima persona, passando tutti i giorni da una passerella sull’Arno, un ponticino riservato ai soli pedoni ma che è usato da molti motorini in quanto evita alcuni chilometri e tanto traffico. Il regolamento prevede che i motorini procedano sulla passerella a motore spento, spinti a mano dal conducente, ma di fatto pochi lo fanno, con disagio e pericolo per i pedoni. Osservando il traffico sul ponte nel lungo periodo, ho notato che molte persone in realtà non spengono il motorino perché la persona davanti a loro non lo fa, infatti quando io salivo e spengevo il motore, era molto probabile che quelli che mi seguivano facessero altrettanto. Si viene così a imporre un effetto gregge positivo, che spezza la serie di atteggiamenti non rispettosi: il singolo influenza la popolazione, semplicemente attraverso le sue azioni. 

Altro esempio stupido. Camminando per strada, può capitare di vedere qualcuno che ci precede gettare a terra una cartaccia, un pacchetto di sigarette, o una sigaretta (magari ancora accesa). Questo è un altro tipico comportamento che induce un effetto gregge devastante, viene immediato da pensare: “lo fanno gli altri, lo posso fare anche io”. Vedere comportamenti di questo genere in modo ripetitivo, induce la nostra mente a tollerarli e a giustificarli. L’azione migliore per spezzare questi meccanismi degenerativi sarebbe quella di raccogliere la cartaccia e gettarla nel cestino. Non occorre inseguire l’incivile e farglielo notare, magari anche con modi gentili, e comunque rischiare un’aggressione. Spezzare la catena agendo in modo immediato e senza recare disturbo è senza dubbio l’approccio più efficace al fine di realizzare un vero cambiamento in noi stessi e nella società in cui viviamo. 

Azioni giornaliere ripetute, semplici e banali, in tutti gli ambiti possibili, permetteranno di allargare a macchia d’olio l’influenza positiva su scala maggiore. A un livello globale, piccole inversioni di rotta dei singoli individui porteranno a risultati inimmaginabili in un tempo impensabile. 

Tocca a noi, adesso.



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